Giorno 1
Partenza dall'Italia
Partenza da Milano e/o Roma con volo di linea via scalo europeo. Pasti e pernottamento a bordo. Volo notturno.
Giorno 2
Visita di Lima e partenza verso Paracas
Arrivo a Lima alle 4.30 circa. Incontro con il nostro assistente in Perù e trasferimento privato in Hotel. Camere a disposizione per una doccia e un breve relax. Alle 11 incontro la nostra guida per iniziare la visita panoramica della città. Lima, la “Città dei Re”, fondata da Pizarro nel 1535, ha vissuto distruzioni, terremoti, saccheggi, rinascite. Oggi il centro della città, che ha circa dieci milioni di abitanti, è in un’ansa del fiume Rimac. Il cuore è Plaza de Armas con la ragnatela di stradine del periodo di Pizarro e conserva varie strutture coloniali. I quartieri più
Arrivo a Lima alle 4.30 circa. Incontro con il nostro assistente in Perù e trasferimento privato in Hotel. Camere a disposizione per una doccia e un breve relax. Alle 11 incontro la nostra guida per iniziare la visita panoramica della città. Lima, la “Città dei Re”, fondata da Pizarro nel 1535, ha vissuto distruzioni, terremoti, saccheggi, rinascite. Oggi il centro della città, che ha circa dieci milioni di abitanti, è in un’ansa del fiume Rimac. Il cuore è Plaza de Armas con la ragnatela di stradine del periodo di Pizarro e conserva varie strutture coloniali. I quartieri più rinomati sono Miraflores, San Isidro e Barranco. Ci rechiamo nella Plaza de Armas col Palazzo del Governo, la Cattedrale e l’Arcivescovado che vediamo esternamente. Visitiamo internamente la Casa Aliaga, un'antica casa del vicereame consegnata da Francisco Pizarro a uno dei suoi capitani (Jerònimo de Aliaga), dopo la fondazione della città. Tra i musei della capitale scegliamo di visitare il più interessante, il Museo Larco. Ospitato in un palazzo del XVIII secolo già residenza del viceré, custodisce opere collezionate da un privato, Rafael Larco Hoyle. Inaugura il museo nel 1926 dopo aver recuperato decine di migliaia di pezzi in varie regioni del Perù. Sono oggetti in ceramica di differenti culture, tessuti pregevoli e una raccolta di vasi precolombiani. Al termine trasferimento per Paracas, percorrendo la Panamericana Sud che costeggia la costa del Pacifico sostanzialmente desertico, anche se ravvivato da qualche palmeto e oasi. Pranzo libero. Cena e sistemazione in hotel.
Giorno 3
Dalle splendide Isole Ballestas alle misteriose linee di Nasca
Paracas è il punto di partenza per le visite alle isole. Dopo la colazione si parte per l’escursione in barca collettiva alle Isole Ballestas. E’ opportuno dotarsi di abbigliamento adeguato in modo da proteggersi dal vento, spruzzi d’acqua e dai numerosissimi uccelli che circolano in zona. Il mare potrebbe essere agitato. Durante le due ore in barca (dalle 08.00 alle 10.00 circa) ci avviciniamo ad archi di roccia e grotte, osserviamo pellicani, leoni marini, i pinguini di Humboldt e altri uccelli acquatici produttori di guano. Tale fauna antartica può vivere alle basse latitudini del
Paracas è il punto di partenza per le visite alle isole. Dopo la colazione si parte per l’escursione in barca collettiva alle Isole Ballestas. E’ opportuno dotarsi di abbigliamento adeguato in modo da proteggersi dal vento, spruzzi d’acqua e dai numerosissimi uccelli che circolano in zona. Il mare potrebbe essere agitato. Durante le due ore in barca (dalle 08.00 alle 10.00 circa) ci avviciniamo ad archi di roccia e grotte, osserviamo pellicani, leoni marini, i pinguini di Humboldt e altri uccelli acquatici produttori di guano. Tale fauna antartica può vivere alle basse latitudini del Perù, per la corrente di Humboldt che arriva dal sud e consente la vita a enormi quantità di pesci che costituiscono l’alimentazione per le colonie di uccelli. Il cormorano e il pellicano peruviano “sula” sono i maggiori produttori di guano. Questi depositi erano già noti agli Incas che utilizzavano la preziosa sostanza come concime perché contiene azoto e fosforo. Un uso che continuerà anche dopo specie durante il periodo coloniale del XIX secolo, quando lo strato di guano superava i 30 metri. Si giunge poi in vicinanza di un gigantesco candelabro tracciato a terra con modalità simili alle “Linee di Nazca”. Lasciata barca e costa andiamo verso sud est continuando sulla Carretera Panamericana per Nazca. Nel pomeriggio è possibile il sorvolo delle “linee” per osservare l’area desertica che conserva le figure che tanto interesse suscitano nei visitatori. Ovviamente, l’effettuazione dei voli è subordinata alle condizioni atmosferiche. Le "Linee di Nazca", realizzate da popolazioni locali pare durante un lungo periodo, dal X secolo a.C. al XII d.C. sono un intricato complesso di figure animali e geometriche. Sul loro significato non ci sono interpretazioni univoche. Forse si trattava di “percorsi” legati a cerimonie sacre e sociali o al culto di elementi della natura quali acqua e montagne. Altri studiosi le considerano una sorta di calendario astronomico da osservarsi solo dal cielo. Restano, però, ancora interrogativi legittimi su alcuni aspetti delle complesse opere. Pranzo e Cena libera. Pernottamento in hotel. NB: L’escursione alle Isole Ballestas è effettuata con lancia a motore condivisa con altri passeggeri internazionali, con guida a bordo parlante spagnolo/inglese. Facoltativo: Sorvolo sulle Linee di Nasca, circa 35 minuti di volo. Per ragioni legate al clima, i voli possono essere ritardati o cancellati. In questo caso si provvederà a rimborsare il costo del servizio. Il sorvolo si effettua con piccoli aeromobili con guida-pilota parlante spagnolo/inglese e costa circa 107 Usd (circa) a persona da pagare al momento della conferma. Chi fosse interessato è pregato di segnalarcelo all’atto dell’iscrizione al viaggio così da prenotarlo per tempo e garantirne la disponibilità. Per chi fosse indeciso, si verificherà in loco la disponibilità.
Giorno 4
Lasciamo la Panamericana e la costa per salire sull'altipiano andino e raggiungere Arequipa
Partenza di buon mattino e giornata di trasferimento ancora verso sud est. La maggior parte dell’itinerario, che inizialmente si svolge nell’entroterra, percorre poi il litorale lungo la Carretera Panamericana, con l’Oceano Pacifico a destra e il deserto a sinistra. Si allontana poi dal mare per cominciare a salire sino agli oltre duemila metri di Arequipa. Sacaco è il primo centro che si attraversa giungendo in vista del mare, a circa 100 chilometri da Nazca. Poi arriva Chala, uno dei tanti piccoli villaggi sul Pacifico dedito alla pesca. Camanà s’incontra dopo altri 250 chilometri
Partenza di buon mattino e giornata di trasferimento ancora verso sud est. La maggior parte dell’itinerario, che inizialmente si svolge nell’entroterra, percorre poi il litorale lungo la Carretera Panamericana, con l’Oceano Pacifico a destra e il deserto a sinistra. Si allontana poi dal mare per cominciare a salire sino agli oltre duemila metri di Arequipa. Sacaco è il primo centro che si attraversa giungendo in vista del mare, a circa 100 chilometri da Nazca. Poi arriva Chala, uno dei tanti piccoli villaggi sul Pacifico dedito alla pesca. Camanà s’incontra dopo altri 250 chilometri circa, dove il fiume omonimo si getta in mare. Qui la nostra strada abbandona la costa ed inizia a salire sino ad Arequipa mentre la Carretera devia verso sud per dirigersi ed entrare in Cile. Il Dipartimento di Arequipa, nel sud est del Perù, comprende zone costiere e della Sierra, con ambienti climatici e paesaggi diversificati.Arequipa ha una storia antica, come dimostrano i dipinti rupestri ritrovati nella regione. Nel XV secolo gli Incas espandono la loro presenza nella zona venendo in contatto con genti del posto che eccellono nell’agricoltura. Ne sono ancora oggi segno evidente i sistemi di coltura e irrigazione. Fondata dagli spagnoli nel 1540 ha avuto un ruolo notevole nelle lotte per l’indipendenza del Paese durante il XIX secolo. Arrivo in serata. Pranzo in ristorante lungo la strada. Pranzo e cena liberi. Pernottamento in hotel.
Giorno 5
Arequipa, la "città bianca"
Arequipa, non a caso conosciuta anche come la "Città Bianca", ha gli edifici realizzati con “sillar”, una specie di pietra pomice vulcanica di color chiaro, duttile ma molto resistente.Il secondo centro del Perù, di quasi un milione di abitanti, si trova in ottima posizione circondata, protetta e minacciata da vulcani coperti di nevi, deserti, canyon. La sua altitudine pur non elevatissima consente l’opportuno acclimatamento prima di proseguire verso quote più alte. E’ questo uno dei motivi per cui soggiorniamo due notti ad Arequipa, in modo da permettere una salutare sosta, oltre
Arequipa, non a caso conosciuta anche come la "Città Bianca", ha gli edifici realizzati con “sillar”, una specie di pietra pomice vulcanica di color chiaro, duttile ma molto resistente.Il secondo centro del Perù, di quasi un milione di abitanti, si trova in ottima posizione circondata, protetta e minacciata da vulcani coperti di nevi, deserti, canyon. La sua altitudine pur non elevatissima consente l’opportuno acclimatamento prima di proseguire verso quote più alte. E’ questo uno dei motivi per cui soggiorniamo due notti ad Arequipa, in modo da permettere una salutare sosta, oltre che visite appropriate. Anche ad Arequipa il cuore della città è Plaza de Armas. La Cattedrale, funestata da una serie di eventi negativi è sempre riuscita a tornare alla sua immagine originaria. Occupa l’intero lato nord della Plaza de Armas. L’Iglesia de la Compania, chiesa gesuita tra le più antiche di Arequipa, presenta chiostri, una facciata finemente decorata, dipinti e un altare con motivi ornamentali tipici di uno stile assai ricco. Non mancano lamine d’oro a rendere ancora più “florida” questa espressione di architettura religiosa nota come “churrigueresche”. Ma il complesso architettonico che fornisce forte personalità alla città del sillar è certamente il Monastero di Santa Catalina, fondato nel 1580 da una nobildonna spagnola. Accoglieva novizie provenienti da facoltose famiglie rigidamente selezionate, ma la vita nel monastero era improntata a comportamenti non sempre di elevata spiritualità e senso di sacrificio. Nel tempo, però, le regole sono state cambiate per farne luogo di reale clausura, addirittura pregno di mistero sin quasi alla fine del XX secolo. Da alcuni decenni è possibile visitare una parte del complesso di oltre 20.000 metri quadri. E’ una vera cittadella con mura di cinta proporzionali all’importanza del luogo, passaggi angusti, stradine tortuose, chiostri, archi, abitazioni più o meno modeste, arredi, camere mortuarie, angoli e giardini fioriti, sale, lavanderie, torri, chiese, forni, celle, gallerie, cortili, affreschi, anche i colori presentano toni e contrasti che arricchiscono il quadro.Durante il tempo libero nel pomeriggio sarà possibile passeggiare in uno dei quartieri per assorbire un poco della sua gradevole atmosfera e recarsi in uno dei negozi di artigianato, “antichità” e prodotti in lana di alpaca e vigogna. I quartieri di Chilina, con vista su terrazzamenti antichi o di Yanahuara col mirador che propone uno sguardo sulla città e sul vulcano Misti, possono essere mete piacevoli. Pasti liberi e pernottamento in hotel.
Giorno 6
Il viaggio prosegue tra splendidi paesaggi andini verso Puno
Prima colazione e partenza lungo la strada che ci porta in serata a Puno sul Lago Titicaca. Quasi alla fine del lungo trasferimento, a pochi chilometri da Puno, si arriva in una zona con alture che declinano sino al piccolo Lago di Umayo, ornate dalle Torri di Sillustani. Le strutture che punteggiano il panorama sono state costruite come luoghi di sepoltura dai Colla che abitavano la regione nel periodo incaico. Usavano seppellire i defunti delle caste nobiliari all’interno di queste torri chiamate “chullpas”. Sono disseminate in una vasta area, ma quelle meglio conservate sono nella
Prima colazione e partenza lungo la strada che ci porta in serata a Puno sul Lago Titicaca. Quasi alla fine del lungo trasferimento, a pochi chilometri da Puno, si arriva in una zona con alture che declinano sino al piccolo Lago di Umayo, ornate dalle Torri di Sillustani. Le strutture che punteggiano il panorama sono state costruite come luoghi di sepoltura dai Colla che abitavano la regione nel periodo incaico. Usavano seppellire i defunti delle caste nobiliari all’interno di queste torri chiamate “chullpas”. Sono disseminate in una vasta area, ma quelle meglio conservate sono nella località di Sillustani. Presentano pianta circolare, alcune sono alte oltre dieci metri, con pareti esterne costituite da blocchi di pietra. All’interno oggi sono vuote. Il tempo gli archeologi e i tombaroli hanno fatto la loro parte. Nel passato, però, attraverso un’apertura nel lato orientale delle mura, oltre al cadavere, erano introdotti anche oggetti più o meno preziosi e cibo utili al defunto nella vita ultraterrena. A volte la tomba veniva usata per contenere le salme di intere famiglie. Alcune tombe monumentali sono ben conservate e il posto merita una sosta, in un ambiente lacustre che oltre a costituire una piacevole cornice ospita una notevole varietà animale e vegetale.Arrivo a Puno in serata, località risalente al XVII secolo, sulle rive del Lago Titicaca, il più alto specchio d’acqua navigabile del pianeta grande quanto l’Umbria (circa 4.400 kmq). Pranzo e cena liberi. Pernottamento in hotel.
Giorno 7
le isole fluttuanti degli Uros e l'Isola di Taquile nell'immenso blu cobalto del Lago Titicaca
Dopo la colazione, trasferimento al porto e imbarco sul battelo per l'escursione sul lago Titicaca, lo specchio d'acqua navigabile più alto del mondo. Dal porto lacustre di Puno alle isole fluttuanti degli Uros. Gli Uros appartengono ad una cultura antica ed ospitano delle isole artificiali costruite per la crescita del giunco. Il giunco viene tessuto nelle zone dove cresce più rigoglioso e dal mantello naturale. Su di esso vennero costruite case e si cucina all'aria aperta per evitare possibili incendi. Dopo un'ora e mezza di viaggio, fermata all'Isola di Taquile. Questa, a differenza delle
Dopo la colazione, trasferimento al porto e imbarco sul battelo per l'escursione sul lago Titicaca, lo specchio d'acqua navigabile più alto del mondo. Dal porto lacustre di Puno alle isole fluttuanti degli Uros. Gli Uros appartengono ad una cultura antica ed ospitano delle isole artificiali costruite per la crescita del giunco. Il giunco viene tessuto nelle zone dove cresce più rigoglioso e dal mantello naturale. Su di esso vennero costruite case e si cucina all'aria aperta per evitare possibili incendi. Dopo un'ora e mezza di viaggio, fermata all'Isola di Taquile. Questa, a differenza delle altre isole, ospita abitanti quechua. Formò parte dell'impero Inca ed ancora oggi si possono vedere, nelle costruzioni, le vestigia di questa cultura. All'arrivo degli spagnoli, furono invitati a togliere le loro vesti tradizionali e vestire gli abiti da contadini. Breve presentazione dell'isola. Pranzo in corso di escursione. Visita di una comunità locale dove è presente un progetto della Cooperazione Italiana allo Sviluppo. A piedi verso il porto principale per intraprendere il viaggio di ritorno a Puno. Rientro nel tardo pomeriggio in Hotel, cena libera e pernottamento.
Giorno 8
Verso Cuzco con soste a Pucarà, al Tempio di Raqchi e alla chiesa di Andahuaylillas
In mattinata partenza con mezzo privato verso Cuzco, attraverso il paesaggio dell’arido altipiano andino. Ci fermiamo a Pucarà, Raqchi, Andahuayllas per le visite oltre alla sosta per il pranzo. Pucarà non è uno straordinario centro, ma ne approfittiamo per dare un’occhiata al locale museo. Raqchi è nota per i resti del Tempio di Huiracocha (Viracocha). Andahuaylillas, offre una chiesa gesuita del XVII secolo e un’atmosfera coloniale con costruzioni di quel periodo. La chiesa conserva ricchi motivi baroccheggianti e una cappella, “la piccola Sistina”. (Di solito i richiami
In mattinata partenza con mezzo privato verso Cuzco, attraverso il paesaggio dell’arido altipiano andino. Ci fermiamo a Pucarà, Raqchi, Andahuayllas per le visite oltre alla sosta per il pranzo. Pucarà non è uno straordinario centro, ma ne approfittiamo per dare un’occhiata al locale museo. Raqchi è nota per i resti del Tempio di Huiracocha (Viracocha). Andahuaylillas, offre una chiesa gesuita del XVII secolo e un’atmosfera coloniale con costruzioni di quel periodo. La chiesa conserva ricchi motivi baroccheggianti e una cappella, “la piccola Sistina”. (Di solito i richiami a opere note creano eccessive aspettative e sviliscono l’opera in questione). Il punto più elevato del percorso è il passo Abra La Raya a circa 4300 metri. E’ il confine tra la regione di Puno e di Cuzco. Pranzo in ristorante locale durante il tragitto. Arrivo e sistemazione in hotel. Cena libera e pernottamento.
Giorno 9
La Valle Sacra degli Incas con Chinchero, Moray e le saline di Maras
Prima colazione. La giornata è dedicata all'escursione in alcuni villaggi andini nella Valle Sacra: Chinchero, Moray e le saline di Maras.Chinchero, “il posto dove nasce l’arcobaleno”, è un luogo delizioso. Chiesa coloniale, resti inca, locali in abiti tradizionali, terrazzamenti… nulla manca per una piacevole sosta. Moray, strano luogo ad una quarantina di chilometri da Cuzco, è stato scoperto negli anni ’30 dello scorso secolo attraverso foto aeree che hanno individuato quei cerchi concentrici. In sostanza si tratta di terrazzamenti circolari concentrici realizzati scavando il
Prima colazione. La giornata è dedicata all'escursione in alcuni villaggi andini nella Valle Sacra: Chinchero, Moray e le saline di Maras.Chinchero, “il posto dove nasce l’arcobaleno”, è un luogo delizioso. Chiesa coloniale, resti inca, locali in abiti tradizionali, terrazzamenti… nulla manca per una piacevole sosta. Moray, strano luogo ad una quarantina di chilometri da Cuzco, è stato scoperto negli anni ’30 dello scorso secolo attraverso foto aeree che hanno individuato quei cerchi concentrici. In sostanza si tratta di terrazzamenti circolari concentrici realizzati scavando il terreno per un centinaio di metri verso il basso formando una sorta di enorme vasca a gradoni, con cerchi più grandi che vanno man mano restringendosi più in fondo. Il posto è esteticamente significativo, ma ancor più importante sembra essere la motivazione della bizzarra realizzazione. Questi andenerías, terrazzamenti, sarebbero serviti per creare più microclimi, tanti quanti sono i livelli di scavo. Si tratterebbe di laboratori-serre per sperimentazioni agricole utili a individuare le stagioni migliori per impiantare vari tipi di coltivazioni nelle diverse regioni del Perù. I terrazzamenti, realizzati scavando il terreno e costruendo mura di contenimento, erano irrigati con complesse canalizzazioni. Permettevano la coltivazione di circa 250 specie vegetali, grazie ai variegati microclimi. Altri studi sembrano invece dimostrare che fosse un centro astronomico finalizzato allo studio delle stagioni, che analizzava le variazioni della luce solare e delle ombre delle alture circostanti. A Maras osserviamo pendici montane decorate da migliaia di piccoli appezzamenti allagati delimitati da muretti di contenimento. Potrebbero sembrare risaie, ma il colore biancastro di quegli infiniti rettangoli pieni d’acqua ci conferma che si tratta di saline. L’origine di quel sale non ha bisogno di interpretazioni, perché più in alto vi è una sorgente d’acqua calda con elevato contenuto salino incanalata nelle pozze. L’evaporazione dell’acqua fa emergere il sale che da centinaia di anni è raccolto manualmente dai locali. Pranzo in corso di escursione. Rientro in albergo. Cena libera e pernottamento.
Giorno 10
La Fortezza di Ollantaytambo. Treno per Machu Picchu Pueblo
Partenza con il nostro mezzo privato attraverso i bei paesaggi della Valle Sacra degli Inca, diretti alla cittadina di Ollantaytambo, tipico esempio della pianificazione urbana degli inca, ancora abitato come in passato. Ollantaytambo, l’accesso occidentale alla Valle Sacra, il più rappresentativo villaggio della valle, chiamato semplicemente Ollanta, è sovrastato dalla fortezza inca. E’ un grande sito archeologico che, benché sia denominato "fortezza", fu un "tambo", città di ristoro e alloggio per comitive che intraprendevano lunghi viaggi. Il tracciato delle strade acciottolate, le
Partenza con il nostro mezzo privato attraverso i bei paesaggi della Valle Sacra degli Inca, diretti alla cittadina di Ollantaytambo, tipico esempio della pianificazione urbana degli inca, ancora abitato come in passato. Ollantaytambo, l’accesso occidentale alla Valle Sacra, il più rappresentativo villaggio della valle, chiamato semplicemente Ollanta, è sovrastato dalla fortezza inca. E’ un grande sito archeologico che, benché sia denominato "fortezza", fu un "tambo", città di ristoro e alloggio per comitive che intraprendevano lunghi viaggi. Il tracciato delle strade acciottolate, le piazze e le fondamenta delle case sono di origine Inca e mostrano una delle più significative manifestazioni dell’urbanistica di quell’epoca. Dal XIII secolo le sue viuzze, gli edifici in pietra, le opere di canalizzazione per l’irrigazione, le elaborate fiancate montane, fanno da contorno alle rovine della fortezza. Questa, pur essendo un’opera di difesa militare, era ed è ancora considerata anche luogo sacro. Pranzo in ristorante. Nel pomeriggio partenza in treno turistico per Machu Picchu Pueblo. Arrivo e sistemazione in hotel. Cena libera e pernottamento. NB: Sul treno si può portare solo il bagaglio a mano con lo stretto necessario per una notte (max 5 kg per persona). Il bagaglio principale potrà essere lasciato in deposito in hotel.
Giorno 11
Machu Picchu, "La città perduta degli Incas"
Presto al mattino partenza in direzione di Machu Picchu Ruinas a bordo dei bus che collegano Machu Picchu Pueblo all’ingresso del sito archeologico. Nel luglio del 1911 l’antropologo-storico statunitense Bingham sale su un altipiano dove gli abitanti della zona da sempre sapevano che esistevano i resti della “città perduta degli Incas”. Vi arriva su segnalazione ed accompagnato da un contadino della zona, Melcho Arteaga. Uno degli aspetti curiosi della vicenda sta nel fatto che nessuno ancora conosce il nome vero della “ciudad perdida”. Neppure i successivi scavi e restauri hanno
Presto al mattino partenza in direzione di Machu Picchu Ruinas a bordo dei bus che collegano Machu Picchu Pueblo all’ingresso del sito archeologico. Nel luglio del 1911 l’antropologo-storico statunitense Bingham sale su un altipiano dove gli abitanti della zona da sempre sapevano che esistevano i resti della “città perduta degli Incas”. Vi arriva su segnalazione ed accompagnato da un contadino della zona, Melcho Arteaga. Uno degli aspetti curiosi della vicenda sta nel fatto che nessuno ancora conosce il nome vero della “ciudad perdida”. Neppure i successivi scavi e restauri hanno apportato elementi utili alla conoscenza della sua denominazione. Per tutti, dalla “scoperta” sarà solo “Machu Picchu”, che è la definizione della montagna su cui nel XV secolo fu edificata “l’ultima città degli Incas”. Costruita tra i picchi delle Ande è rimasta in parte sepolta dalla vegetazione. Ma il motivo vero per cui non era stata ritrovata dagli occidentali, sta nel semplice fatto che i resti non sono visibili dal basso, dalla vallata dell'Urubamba. Gli Incas eseguirono opere monumentali di alto livello architettonico, che né il tempo né le calamità naturali sono riusciti a intaccare completamente. Simmetria e solidità, sofisticate tecniche costruttive della pietra dura, sono i principi in base ai quali furono edificate strutture destinate a resistere nei secoli. Passeggeremo nei luoghi più importanti attorniati da abitazioni, terrazzamenti, osservatori, monoliti, sentieri, piazze, quartieri religiosi, templi, cimiteri, mura. Pranzo in corso di escursione. Al termine della visita rientro a Machu Picchu Pueblo e nel pomeriggio rientro in treno a Ollantaytambo o Poroy e proseguimento in bus per Cuzco. Arrivo e sistemazione in hotel. Cena libera e pernottamento. NB: vi preghiamo di leggere attentamente nella sezione “Bene a Sapersi” le nuove misure entrate in vigore per la regolamentazione dell’accesso al sito archeologico di Machu Picchu, allo scopo di preservare questo ambiente unico sia dal punto di vista storico che naturale.
Giorno 12
Cusco in libertà - Escursione facoltativa alle Rainbow Mountains
Prima colazione in hotel e intera giornata a disposizione nella capitale dell’impero Inca. A Cusco il tempo non basta mai e godersi la città in piena liberta è un lusso. Muoversi lentamente per scoprire e approfondire le mille cose viste e sentite. Pasti liberi e pernottamento.In alternativa è possibile organizzare un’escursione alle Rainbow Mountains (montagne arcobaleno) di Palcoyo. Dal 2015 le Rainbow Mountains del Perù sono state rese accessibili ai turisti e sono diventate meta di escursione di un numero sempre maggiore di visitatori. In particolare, Vinicunca è la località più
Prima colazione in hotel e intera giornata a disposizione nella capitale dell’impero Inca. A Cusco il tempo non basta mai e godersi la città in piena liberta è un lusso. Muoversi lentamente per scoprire e approfondire le mille cose viste e sentite. Pasti liberi e pernottamento.In alternativa è possibile organizzare un’escursione alle Rainbow Mountains (montagne arcobaleno) di Palcoyo. Dal 2015 le Rainbow Mountains del Perù sono state rese accessibili ai turisti e sono diventate meta di escursione di un numero sempre maggiore di visitatori. In particolare, Vinicunca è la località più nota a livello mondiale e ogni giorno si contano centinaia di visitatori. Non tutti sanno però che a soli 20 chilometri di distanza, in direzione sud, si trovano non una, ma ben tre montagne colorate. Composta da colori ocra e rossi, con strisce verdi, blu e bianche, la splendida catena montuosa di Palcoyo è meravigliosamente isolata e visitata da poche decine di viaggiatori al giorno. Raggiungerla richiede una camminata abbastanza semplice, senza grandi dislivelli, il che rende Palcoyo una validissima alternativa più accessibile rispetto al faticoso trekking verso Vinicunca. Scegliamo di recarci qui non solo perchè la località è molto meno affollata ed è di più facile accesso, ma anche perchè Palcoyo offre, a nostro giudizio, un’esperienza più autentica rispetto a Vinicunca, proprio perchè si può camminare in armonia con la natura circostante apprezzandola pienamente e non in mezzo a una fila interminabile di turisti. Per arrivare a Palcoyo sono necessarie circa 4 ore di bus da Cuzco. Una volta superato il villaggio di Combapata, si passa di fianco a un ponte risalente all’impero Inca e, dopo circa 30 minuti di camminata, si possono già osservare i primi rilievi colorati. Proseguendo la camminata in leggera pendenza per circa un’ora, si raggiungono i tre principali punti di osservazione da cui si gode della splendida vista sulla catena montuosa. I colori che si osservano a Palcoyo sono delle magnifiche, vibranti sfumature sui toni del blu, verde, giallo e rosso, dati da depositi minerari presenti nel sottosuolo: il giallo deriva dalla presenza di zolfo, il rosso dal ferro, il blu dal cobalto…Pranzo al sacco. Rientro a Cuzco nel tardo pomeriggio. Cena libera e pernottamento in hotel.
Giorno 13
Cuzco, "L'ombelico del mondo" in serata volo per Lima
Prima meta della giornata è Sacsayhuaman, enorme manufatto iniziato in epoche preistoriche e poi completato dagli Incas, ove è ancora oggi celebrata la cerimonia dell'adorazione del Dio Sole nella rievocazione in costume dell’Inti Raymi il 24 giugno. Lo scenario è poderoso ed è notevole l'impressione suscitata perché non si riesce a immaginare come, senza l'ausilio di macchine complesse, abbiano sollevato e collocato quei massi in modo così preciso. Sono i più maestosi resti di una fortezza inca. Tre giganteschi bastioni su differenti livelli testimoniano della tradizionale tecnica
Prima meta della giornata è Sacsayhuaman, enorme manufatto iniziato in epoche preistoriche e poi completato dagli Incas, ove è ancora oggi celebrata la cerimonia dell'adorazione del Dio Sole nella rievocazione in costume dell’Inti Raymi il 24 giugno. Lo scenario è poderoso ed è notevole l'impressione suscitata perché non si riesce a immaginare come, senza l'ausilio di macchine complesse, abbiano sollevato e collocato quei massi in modo così preciso. Sono i più maestosi resti di una fortezza inca. Tre giganteschi bastioni su differenti livelli testimoniano della tradizionale tecnica costruttiva, con i grossi macigni che si incastrano perfettamente l’uno nell’altro. Massi imponenti sono a testimoniare un antico sito, originariamente fortificazione militare e religiosa. I resti, anche se fanno comprendere la rilevanza delle strutture, costituiscono meno di un quinto dell’iniziale manufatto con macigni anche di 300 tonnellate l’uno. Parte di tale materiale è stato nel tempo usato per realizzare edifici nel centro di Cuzco. Cuzco si ritiene il luogo archeologico per eccellenza delle due Americhe. Ritenuta città sacra, è stata anticamente la culla dell'impero Inca e in seguito, pur cedendo rilevanza a Lima, un'importante base del dominio coloniale. Non può che trarre origine dal mito. Inti, il dio del Sole, nel XII secolo ritiene che sia giunto il momento di dare al popolo che lo adora un capo e una capitale. Così decide di creare Manco Capac. La leggenda prevede che colui che diventerà il primo Inca nasca nell’Isola del Sole, sul Lago Titicaca. A lui il dio Inti dona una verga d’oro, una specie di bastone da rabdomante, che serve a Manco Capac per individuare il luogo in cui fondare il centro del suo impero. La verga d’oro si conficca in terra proprio dove oggi sorge Cuzco. Da quel momento diviene “l’ombelico del mondo”, definizione che impegnerà per sempre il nome della città. Cuzco, infatti, vuol dire ombelico in lingua quechua. L'impero di cui Cuzco è stata capitale ebbe il periodo più rilevante l’ultimo secolo prima della conquista spagnola. Ciò che si sa della storia precedente della città è narrata nei “Commentari reali degli Incas”, scritti da Garcilaso de la Vega, sulla base delle narrazioni degli stessi Incas. Da allora Cuzco ha poca influenza nella storia del Perù, con l’eccezione dei moti contro la Spagna del 1780 guidati da Tupac Amaru II e la “scoperta” nel 1911 di Machu Picchu, la cui vicinanza ha creato un flusso turistico che ha reso Cuzco la meta turistica più frequentata.Plaza de Armas è il centro da cui si dipartono stradine acciottolate e vie commerciali che percorreremo a piedi. La Cattedrale, l’Iglesia de la Compania, il Tempio di Koricancha, il Museo d’Arte Precolombiano, la pietra con i 12 lati, Plaza San Blas sono i luoghi più important che visitiamo. Nel pomeriggio trasferimento privato in aeroporto e partenza per Lima. Arrivo nella capitale e trasferimento privato in hotel. Pasti liberi e pernottamento in hotel.
Giorno 14
Partenza per l'Italia
Prima colazione in hotel e trasferimento in aeroporto per il volo per l’Italia. Pasti e pernottamento a bordo.
Giorno 15
Arrivo in Italia
Arrivo in Italia. Isla Suasi, Lago Titicaca 2. Fortezza di Ollantaytambo, Valle SacraIncontri, Arequipa