Giorno 1
Partenza per la Turchia e serata nella sua capitale, Ankara
Partenza da Milano per Ankara via Istanbul con volo di linea Turkish Airlines. Arrivo nella capitale della Repubblica Turca che una volta si chiamava Angora (dal pelo fine e soffice delle capre). Ankara ha conosciuto un progresso notevole, considerando che da località marginale dell’Anatolia si è trasformata nel sofisticato teatro di affari internazionali che è oggi. Accoglienza da parte dell’organizzazione locale e trasferimento privato in hotel. Pernottamento in hotel. Pasti: cena in hotel. NB: è possibile anche la partenza da Roma Fiumicino, previa disponibilità, senza
Partenza da Milano per Ankara via Istanbul con volo di linea Turkish Airlines. Arrivo nella capitale della Repubblica Turca che una volta si chiamava Angora (dal pelo fine e soffice delle capre). Ankara ha conosciuto un progresso notevole, considerando che da località marginale dell’Anatolia si è trasformata nel sofisticato teatro di affari internazionali che è oggi. Accoglienza da parte dell’organizzazione locale e trasferimento privato in hotel. Pernottamento in hotel. Pasti: cena in hotel. NB: è possibile anche la partenza da Roma Fiumicino, previa disponibilità, senza supplemento tariffario. È possibile la partenza anche da altri aeroporti italiani, previa disponibilità, con supplemento.
Giorno 2
Il Museo delle Civiltà Anatoliche e arrivo a Bogazkale
Dopo la prima colazione visita del Museo delle Civiltà Anatoliche di Ankara, un’eccellente struttura che ospita il fior fiore dei manufatti rinvenuti nei più importanti siti archeologici dell’Anatolia. Il museo è allestito all’interno di un bedesten (mercato) del XV secolo magnificamente restaurato. Le sue inestimabili collezioni raccolgono reperti risalenti alle prime civiltà che popolarono l’Anatolia a partire dal Paleolitico, proseguendo con quelle del Neolitico, dell’Età del Rame, dell’Età del Bronzo e poi ancora con gli assiri, gli ittiti, i frigi, gli urartei e i lidi.
Dopo la prima colazione visita del Museo delle Civiltà Anatoliche di Ankara, un’eccellente struttura che ospita il fior fiore dei manufatti rinvenuti nei più importanti siti archeologici dell’Anatolia. Il museo è allestito all’interno di un bedesten (mercato) del XV secolo magnificamente restaurato. Le sue inestimabili collezioni raccolgono reperti risalenti alle prime civiltà che popolarono l’Anatolia a partire dal Paleolitico, proseguendo con quelle del Neolitico, dell’Età del Rame, dell’Età del Bronzo e poi ancora con gli assiri, gli ittiti, i frigi, gli urartei e i lidi. In questo momento l’edificio del museo è sottoposto a restauro ma i pezzi migliori e più significativi delle sue collezioni sono comunque visibili. Partenza verso est per il villaggio di Bogazkale, Lungo il percorso sosta per la visita di Alacahöyük, il sito dove sono stati ritrovati molti dei preziosi reperti esposti al museo di Ankara, come la famosa Porta delle Sfingi risalente all’età del Bronzo Antico. Il sito è stato abitato sin dal calcolitico e vi si possono osservare ben quindici stratificazioni successive. Molto importanti i resti delle tombe reali che hanno custodito i corredi funebri dei re; degna di nota la diga del 1240 a.C. riattivata nel 2006. Arrivo a Bogazkale nel tardo pomeriggio. Pernottamento in hotel. Pasti: colazione in hotel. Pranzo libero. Cena in hotel.
Giorno 3
Il patrimonio Unesco degli Ittiti: Hattusa e Yazilikaya
Al centro delle pianure dell’Anatolia, due siti dichiarati dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità rievocano un periodo cruciale della storia degli ittiti, quando all’apice di questa civiltà Hattusa ne era la capitale politica e Yazilikaya il suo centro spirituale. Popolazione di origine indoeuropea, gli ittiti giunsero in Anatolia intorno al 2000 a.C., assoggettarono la popolazione locale degli hatti, da cui mutuarono cultura e nome, nonché la loro capitale Hattusa, che nell’arco di un millennio ampliarono e abbellirono. Dal 1375 circa fino al 1200 a.C, Hattusa fu la capitale
Al centro delle pianure dell’Anatolia, due siti dichiarati dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità rievocano un periodo cruciale della storia degli ittiti, quando all’apice di questa civiltà Hattusa ne era la capitale politica e Yazilikaya il suo centro spirituale. Popolazione di origine indoeuropea, gli ittiti giunsero in Anatolia intorno al 2000 a.C., assoggettarono la popolazione locale degli hatti, da cui mutuarono cultura e nome, nonché la loro capitale Hattusa, che nell’arco di un millennio ampliarono e abbellirono. Dal 1375 circa fino al 1200 a.C, Hattusa fu la capitale dell’impero ittita, che al massimo della sua potenza si estendeva sino in Europa e rivaleggiava con l’Egitto per il controllo della Siria. Dopo la prima colazione visita del sito di Hattusa, città risalente a quasi 4.000 anni fa, difesa da un’imponente cinta di mura di pietra lunga più di 6 km. Il sito è inquietante e affascina soprattutto per la sua asprezza e antichità. La cosa più interessante è la Yer Kapi, “Porta della Terra”, che segna l’inizio di un tunnel sotterraneo della lunghezza di 70 m che in tempo di guerra consentiva di entrare e uscire dalla città senza esser visti. Si prosegue per la visita del vicino sito di Yazilikaya, il santuario religioso più sacro degli ittiti, costituito da due gallerie scavate nella roccia: la più piccola era il luogo di sepoltura della famiglia reale, mentre la più grande, decorata con bassorilievi raffiguranti numerose divinità maschili e femminili, era il luogo sacro dell’impero. Nel pomeriggio partenza verso sud per la Cappadocia. Sulle desolate pianure dell’Anatolia e con un surreale paesaggio simile a quello di un racconto di fate, la Cappadocia ha una conformazione geologica unica al mondo, con perforate catene montuose e torreggianti formazioni rocciose di mistica bellezza. Le popolazioni ittite la occuparono dal 1800 a.C. al 1200 a.C., dopodiché, nei secoli successivi, presero il potere regni minori. La regione fu in seguito conquistata dai persiani e quindi dai romani, che stabilirono la capitale della loro amministrazione a Cesarea, l’odierna Kayseri. Durante il periodo romano e quello bizantino la Cappadocia offrì riparo ai primi cristiani e, tra il IV e l’XI secolo, la nuova religione vi visse una fase di notevole sviluppo. Pernottamento in hotel. Pasti: colazione in hotel. Pranzo libero. Cena in hotel.
Giorno 4
La Cappadocia ancora sconosciuta: il Monastero dell'Arcangelo e le chiese rupestri di Soganli
Dopo la prima colazione si cominciano le visite di questa giornata dal villaggio di Mustafapaşa, l’antica Sinasos, città di origine greca, che fu sede del patriarcato ortodosso, ricca di chiese e case decorate. Si prosegue per Keşlik, uno dei luoghi più belli ma meno frequentati di tutta la Cappadocia, dove Cabir, il guardiano, tiene gli orti con la stessa cura dei monaci che hanno abitato qui per secoli. Visita delle due chiese e del Monastero dell’Arcangelo che grazie alle sue didascalie in greco antico è stato di fondamentale importanza per poter comprendere gli affreschi di tutta
Dopo la prima colazione si cominciano le visite di questa giornata dal villaggio di Mustafapaşa, l’antica Sinasos, città di origine greca, che fu sede del patriarcato ortodosso, ricca di chiese e case decorate. Si prosegue per Keşlik, uno dei luoghi più belli ma meno frequentati di tutta la Cappadocia, dove Cabir, il guardiano, tiene gli orti con la stessa cura dei monaci che hanno abitato qui per secoli. Visita delle due chiese e del Monastero dell’Arcangelo che grazie alle sue didascalie in greco antico è stato di fondamentale importanza per poter comprendere gli affreschi di tutta la zona. Si continua per il villaggio di Soganli con un ordinato complesso di chiese rupestri nascoste in due spettacolari e isolate valli che ospitarono alcune necropoli, in epoca romana, e comunità monastiche, in epoca bizantina. Pranzo incluso, in un piccolo ristorante, a base di formaggio, miele, burro, yogurt, pesce alla griglia e verdure provenienti dagli orti locali. Qui il tempo pare essersi fermato. Camminata tra orti, frutteti e vigne, dove la terra viene coltivata come 100 anni fa e i pastori pascolano con le loro greggi per settimane. Visita delle chiese e delle antiche case e incontro con le signore che fabbricano le famose bambole della Cappadocia, per sostenere l’economia famigliare. Rientro nel tardo pomeriggio in hotel. Pasti: colazione in hotel. Pranzo incluso in semplice ristorante locale. Cena inclusa in un tipico ristorante locale a gestione famigliare. Volo in mongolfiera (attività opzionale)Al mattino presto, prima dell'alba, è possibile effettuare un volo in mongolfiera, uno dei modi migliori per scoprire i paesaggi unici della zona. Si rimanda alla sezione “Bene a Sapersi” per ulteriori dettagli.
Giorno 5
Il Museo a cielo aperto di Goreme, i castelli di Uchisar e di Ortahisar e tramonto nella Red Valley
Dopo la prima colazione partenza per l’incantevole Goreme, un villaggio color del miele scavato nelle colline e circondato da un’epica distesa di ondulate valli lunari. Visita del Museo a cielo aperto di Goreme, Patrimonio dell’Umanità UNESCO, un unico grande testamento della cultura bizantina. L’insieme di chiese, cappelle e monasteri scavati nella roccia era in origine un importante insediamento religioso bizantino presso cui viveva una piccola comunità formata da una ventina di monaci, a partire dal XVII secolo divenne un luogo di pellegrinaggio. Si continua per il villaggio di
Dopo la prima colazione partenza per l’incantevole Goreme, un villaggio color del miele scavato nelle colline e circondato da un’epica distesa di ondulate valli lunari. Visita del Museo a cielo aperto di Goreme, Patrimonio dell’Umanità UNESCO, un unico grande testamento della cultura bizantina. L’insieme di chiese, cappelle e monasteri scavati nella roccia era in origine un importante insediamento religioso bizantino presso cui viveva una piccola comunità formata da una ventina di monaci, a partire dal XVII secolo divenne un luogo di pellegrinaggio. Si continua per il villaggio di Ortahisar, conosciuto per il merlato castello da cui ha preso il nome, una rocca alta 18 m che in epoca bizantina era usata come fortezza e per Uçhisar, uno dei paesini più famosi e turistici per la sua posizione arroccata e scenografica. Terminiamo la giornata alla Red Valley, dove tempo permettendo potremmo fare due passi e goderci il tramonto tra i camini delle fate. Rientro in hotel e pernottamento. Pasti: colazione in hotel. Pranzo libero. Cena libera.
Giorno 6
I camini delle fate di Pasabagi, il caravanserraglio di Sarihan e cooking class
Dopo la prima colazione continuiamo le visite di questa regione così affascinante, che merita tempo per essere visitata ma, soprattutto, vissuta. È il tempo che si dedica alle cose, infatti, l’ingrediente segreto per lasciar sedimentare ricordi ed emozioni. Passando dalla Valle di Devrent, conosciuta anche come la valle dell’Immaginazione per le sagome bizzarre delle sue suggestive formazioni, ci rechiamo al famoso sito dei camini delle fate di Pasabağı, che hanno reso così famosa la Cappadocia. I pinnacoli, che si formarono quando l’erosione spazzò via lo strato di lava che
Dopo la prima colazione continuiamo le visite di questa regione così affascinante, che merita tempo per essere visitata ma, soprattutto, vissuta. È il tempo che si dedica alle cose, infatti, l’ingrediente segreto per lasciar sedimentare ricordi ed emozioni. Passando dalla Valle di Devrent, conosciuta anche come la valle dell’Immaginazione per le sagome bizzarre delle sue suggestive formazioni, ci rechiamo al famoso sito dei camini delle fate di Pasabağı, che hanno reso così famosa la Cappadocia. I pinnacoli, che si formarono quando l’erosione spazzò via lo strato di lava che ricopriva il tufo (cenere vulcanica solidificata), possono raggiungere un’altezza di 40 m, hanno forma conica e sono sormontati da cappucci di roccia dura che poggiano su colonne di roccia più friabile. A seconda della prospettiva da cui li si osserva, possono apparire come giganteschi falli o come funghi di proporzioni inusitate. Gli abitanti dei villaggi li chiamano semplicemente kalelar (castelli). In realtà, a pochissima distanza si trova anche la Valle di Zelve, meno frequentata, divisa a sua volta in tre canaloni tra le rocce dove si incontrano antichi insediamenti, chiese e persino una moschea scavata nella roccia. È l’occasione per camminare un po’ e per osservare l’ambiente a passo lento. Si continua per la cittadina di Avanos che deve la sua fama alla produzione di ceramiche e terrecotte. Il Kizilmark (fiume rosso) fornisce la caratteristica argilla rossa che viene miscelata a una varietà di fango bianco estratto dalle montagne. Tradizionalmente decorati nelle tonalità del turchese, dell’ocra e del giallo tanto in voga tra gli ittiti, i manufatti vengono modellati dagli uomini e dipinti dalle donne. Infine, il Caravanserraglio di Sarihan, risalente al 1249 e restaurato nel 1980, uno dei caravanserragli di epoca selgiuchide meglio conservati, che presenta un bel portale lavorato ed è sormontato da una piccola moschea. L’ultimo giorno nella parte centrale della Cappadocia ci riserva un’ultima sorpresa: una cooking class ospiti presso una famiglia locale. La casa è molto semplice, con una cucina attrezzata, ed è un’occasione non solo per imparare qualche ricetta tipica, ma anche per incontrare e parlare con i proprietari, che da generazioni abitano questa terra così particolare. Rientro in hotel e pernottamento. Pasti: colazione in hotel. Pranzo libero. Cena in hotel.
Giorno 7
La città sotterranea di Kaymakli, la Valle di Ihlara e il Monastero di Selime
Dopo la prima colazione partenza per la città sotterranea di Kaymakli. La vasta rete delle città sotterranee della Cappadocia, si stima ce ne siano almeno 100, fu originariamente creata dagli ittiti. Nel VI e VII secolo i cristiani bizantini ampliarono le città e le usarono come rifugi per fuggire alle persecuzioni dei persiani e degli arabi. Visitare la città sotterranea è un po’ come affrontare un percorso di guerra in un labirinto di vani e gallerie che si inabissano per otto piani sottoterra (solo quattro sono aperti al pubblico) fino a una profondità di 45 metri. Stretti corridoi
Dopo la prima colazione partenza per la città sotterranea di Kaymakli. La vasta rete delle città sotterranee della Cappadocia, si stima ce ne siano almeno 100, fu originariamente creata dagli ittiti. Nel VI e VII secolo i cristiani bizantini ampliarono le città e le usarono come rifugi per fuggire alle persecuzioni dei persiani e degli arabi. Visitare la città sotterranea è un po’ come affrontare un percorso di guerra in un labirinto di vani e gallerie che si inabissano per otto piani sottoterra (solo quattro sono aperti al pubblico) fino a una profondità di 45 metri. Stretti corridoi attraversano stalle con anelli per legare gli animali, chiese con altari e fonti battesimali, pareti con camini per la circolazione dell’aria, granai con macine e cucine annerite dal fumo (Attenzione: questa visita non è adatta a chi soffre di claustrofobia). Si prosegue per la Valle di Ihlara, un tempo chiamata Peristrema, uno dei luoghi di ritiro più amati dai bizantini, cui si deve la realizzazione delle chiese rupestri scavate alla base delle rupi torreggianti. Si scende nel canyon dove scorre il fiume generato dallo scioglimento delle nevi perenni dell’Hasandağ, uno dei tre vulcani che ha dato origine alla Cappadocia. Camminata lungo le rive del fiume ombreggiate da salici e pioppi secolari visitando le chiese più importanti. Pranzo libero in ristorante locale. Poco distante si trova il Monastero di Selime, una stupefacente struttura scavata nella roccia che comprende una grande cucina con un altissimo camino, una chiesa circondata da una galleria, stalle con mangiatoie ricavate nella pietra e altre tracce di vita antica. Arrivo nel villaggio di Güzelyürt. Siamo ancora in Cappadocia ma lontano dal turismo di massa e, soprattutto, pernotteremo nei pressi di luoghi che solitamente vengono visitati in giornata e nei pressi di altri che, tempo permettendo, costituiranno delle piccole deviazioni prima di cena o la mattina del giorno successivo. Cena e pernottamento in hotel. Pasti: colazione in hotel. Pranzo libero. Cena in hotel.
Giorno 8
Da Guzelyurt al Tumulo Orientale di Catalhoyuk fino a Konya, centro dei dervisci
Dopo la prima colazione partenza verso sud-ovest per Konya. Prima di arrivare a Konya sosta per la visita del Tumulo Orientale di Catalhoyuk, risalente a 9000 anni fa, uno dei più grandi insediamenti neolitici conosciuti. Il tumulo è composto da 13 livelli di edifici, ciascuno dei quali consta di 1000 strutture, si stima vi vivessero fino a 8000 abitanti. Dell’antico centro oggi restano solo delle zone di scavo che attirano gli archeologi di tutto il mondo. Un museo illustra adeguatamente il sito e gli scavi inaugurati nel 1961 sotto la guida dell’archeologo britannico James Mellaart, le
Dopo la prima colazione partenza verso sud-ovest per Konya. Prima di arrivare a Konya sosta per la visita del Tumulo Orientale di Catalhoyuk, risalente a 9000 anni fa, uno dei più grandi insediamenti neolitici conosciuti. Il tumulo è composto da 13 livelli di edifici, ciascuno dei quali consta di 1000 strutture, si stima vi vivessero fino a 8000 abitanti. Dell’antico centro oggi restano solo delle zone di scavo che attirano gli archeologi di tutto il mondo. Un museo illustra adeguatamente il sito e gli scavi inaugurati nel 1961 sotto la guida dell’archeologo britannico James Mellaart, le cui controverse teorie sul culto della Dea Madre spinsero il governo turco a chiudere il sito per 30 anni. Si prosegue per Konya. Quasi 4000 anni fa gli ittiti diedero a questa città il nome di Kuwanna, che divenne poi Kowania per i frigi, Iconium per i romani e Konya per i turchi. Dal 1150 al 1300 circa Konya fu la capitale del sultanato selgiuchide di Rum, che comprendeva gran parte dell’Anatolia. Visita del centro storico con la Moschea di Aladdin, la Moschea di Selimiye, il Mausoleo di Mevlana e il bazar. Il Museo/Mausoleo di Mevlana che, con la sua cupola ricoperta di scanalature e di maioliche turchesi, rappresenta uno dei complessi più caratteristici di tutta la Turchia, un luogo particolarmente sacro ai musulmani che ogni anno vi si recano in pellegrinaggio in gran numero. Il museo/mausoleo è intitolato a Celaleddin Rumi, uno dei più grandi filosofi mistici (sufi) del mondo, che visse nel sultanato selgiuchide di Rum. La sua poesia e le sue opere religiose, scritte per la maggior parte in persiano, la lingua letteraria del tempo, sono tra le più amate e rispettate di tutto il mondo islamico. Per i suoi seguaci Rumi divenne poi Mevlana, “la nostra guida”. Alla morte di Rumi, avvenuta nel 1273, suo figlio, Sultan Veled, riunì i suoi seguaci nella confraternita chiamata Mevlevi o dei dervisci rotanti.Nei secoli successivi in tutto il regno ottomano vennero fondate più di 100 comunità di dervisci e molti sultani divennero sufi mevlevi (mistici). Ataturk considerava i dervisci un ostacolo al progresso del popolo turco e nel 1925 li bandì, ma molti ordini riuscirono a sopravvivere come confraternite religiose. Nel 1957 la comunità di Konya tornò a esistere come “associazione culturale”, con lo scopo di preservare una tradizione storica. All’ingresso del mausoleo la porta ottomana in argento reca l’iscrizione: “Chi entra qui incompleto ne uscirà perfetto”. La tomba di Mevlana è collocata sotto la cupola scalanata accanto a quella del figlio Sultan Veled e a quelle di altri eminenti dervisci.Nel tardo pomeriggio potremmo essere infine spettatori interessati, per chiudere il viaggio in bellezza, alla cerimonia religiosa dei dervisci. Detta sema, è una danza rituale che rappresenta l’unione mistica con dio attraverso il celebre movimento rotatorio. L’UNESCO l’ha inserita nella lista del Patrimonio Orale e Immateriale dell’Umanità. Pernottamento in hotel. Pasti: colazione in hotel. Pranzo libero. Cena in hotel.
Giorno 9
Volo di rientro in Italia
Prima colazione e trasferimento privato in aeroporto. Volo di linea di rientro in Italia via Istanbul. Arrivo nel tardo pomeriggio e fine del viaggio.