Giorno 1
Italia - Delhi
Partenza al mattino da Milano Malpensa con volo di linea via scalo intermedio. Arrivo a Delhi dopo la mezzanotte, espletamento delle formalità d’ingresso, accoglienza da parte dell’organizzazione locale e trasferimento in hotel. Pasti a bordo. Pernottamento in hotel.
Giorno 2
Delhi - Mandawa (lo Shekawati)
Dopo la prima colazione e partenza verso sud-est per la regione dello Shekhawati, che offre un panorama idilliaco, benché semiarido, fatto di campi coltivati, tessuti che volteggiano nell’aria e haveli (dimore private) vere e proprie gallerie d’arte all’aperto. Uno dei tesori meglio conservati del Rajasthan! Un tempo lo Shekhawati era una terra ricca, posta sulla via commerciale che collegava i porti del Mar Arabico e la fertile valle del Gange. I thakur (nobili), famosi per i loro frequenti contrasti interni alla comunità, cominciarono a emergere quando, intorno alla metà del XVIII
Dopo la prima colazione e partenza verso sud-est per la regione dello Shekhawati, che offre un panorama idilliaco, benché semiarido, fatto di campi coltivati, tessuti che volteggiano nell’aria e haveli (dimore private) vere e proprie gallerie d’arte all’aperto. Uno dei tesori meglio conservati del Rajasthan! Un tempo lo Shekhawati era una terra ricca, posta sulla via commerciale che collegava i porti del Mar Arabico e la fertile valle del Gange. I thakur (nobili), famosi per i loro frequenti contrasti interni alla comunità, cominciarono a emergere quando, intorno alla metà del XVIII secolo i mercanti della Compagnia delle Indie Orientali imposero qualcosa che assomigliava a delle regole. Un secolo più tardi gli inglesi sfruttarono le capacità dei mercanti locali o marwari (che da tempo avevano lasciato Marwar, l’attuale Jodhpur), per migliorare i commerci. Mentre si stabilivano nelle nuove città costiere, i marwari costruirono nuove meravigliose haveli per le famiglie rimaste a casa. Fino al 1947 queste dimore furono i simboli del loro successo e ospitarono famiglie che conducevano una vita agiata. Pensione completa.
Giorno 3
Mandawa - Nawalgarh - Dundlodh - Mandawa (un museo all'aperto)
Intera giornata dedicata alla visita delle più belle e interessanti haveli di Madawa, Nawalgarh e Dundlodh. Quasi tutte le haveli dispongono di un ingresso sovrastato da un’arcata che conduce a un cortile interno, dove si trova la sala per gli incontri. Di fronte ci sono la stalla e la rimessa per i carri. Attraverso un tortuoso passaggio si raggiungono ulteriori cortili interni, la parte dell’abitazione dedicata alla famiglia e alle donne. Le gallerie attorno ai piani superiori offrono accesso alle camere individuali, spesso di piccole dimensioni, e c’è talvolta una terrazza sul
Intera giornata dedicata alla visita delle più belle e interessanti haveli di Madawa, Nawalgarh e Dundlodh. Quasi tutte le haveli dispongono di un ingresso sovrastato da un’arcata che conduce a un cortile interno, dove si trova la sala per gli incontri. Di fronte ci sono la stalla e la rimessa per i carri. Attraverso un tortuoso passaggio si raggiungono ulteriori cortili interni, la parte dell’abitazione dedicata alla famiglia e alle donne. Le gallerie attorno ai piani superiori offrono accesso alle camere individuali, spesso di piccole dimensioni, e c’è talvolta una terrazza sul tetto. Ciò che rende le haveli dello Shekhawati davvero uniche sono le decorazioni esterne. In origine gli artisti praticavano la tecnica dell’affresco, applicando il pigmento di colore direttamente sulla superficie umida, per ottenere un effetto davvero sorprendente. A partire dal 1900 iniziarono a dipingere su superfici già asciutte, aumentando la precisione e il numero di dettagli ma perdendo l’immediatezza del lavoro. E’ stupefacente che le pareti, esterne e interne, siano spesso dipinte dalla base fino al soffitto. Secondo la tradizione, le figure rappresentano divinità ed eventi mistici della loro esistenza, assieme a scene di vita quotidiana ma anche a elementi della modernità, come telefoni, treni e aeroplani dipinti da artisti che non hanno mai avuto la possibilità di vederli con i propri occhi. Così l’antico e il moderno si fondono e non è inusuale osservare Krishna e Radha a bordo di motociclette volanti. Pensione completa. Pernottamento in residenza storica.
Giorno 4
Mandawa - Ramgarh - Hansi (il cenotafio e le haveli dei Poddar)
Dopo la prima colazione visita di Ramgarh, città fondata nel 1791 dalla potente famiglia di mercanti Poddar. Il cenotafio e le haveli dei Poddar sono riccamente affrescati con soggetti variegati dai colori brillanti. Partenza verso nord per la regione dell’Haryana. Si continua verso sud per la località di Hansi nello stato dell’Haryana. Arrivo a Hansi e sistemazione in una residenza d’inizio ‘800 appartenuta al colonnello britannico James Skinner. Resto del pomeriggio libero per un po’ di relax o per esplorare i dintorni. Pensione completa.
Giorno 5
Hansi - Patiala (il Nuovo Palazzo di Moti Bagh)
Dopo la prima colazione partenza verso nord per la regione del Punjab. Arrivo a Patiala, un tempo capitale di uno stato sikh indipendente fondato da Baba Ali Singh. L’accogliente città è famosa per i “pagri”, i turbanti, i “paranda”, i lacci per intrecciare i capelli e le “jooti”, le calzature a punta tipiche del Punjab. Nel pomeriggio visita di Patiala. Il cadente Forte Qila Mubarak, costruito in uno stile che fonde elementi moghul e rajasthani, sembra essere stato trasportato nella zona del bazar direttamente dal grande Deserto del Thar. Interessante il Nuovo Palazzo di Moti
Dopo la prima colazione partenza verso nord per la regione del Punjab. Arrivo a Patiala, un tempo capitale di uno stato sikh indipendente fondato da Baba Ali Singh. L’accogliente città è famosa per i “pagri”, i turbanti, i “paranda”, i lacci per intrecciare i capelli e le “jooti”, le calzature a punta tipiche del Punjab. Nel pomeriggio visita di Patiala. Il cadente Forte Qila Mubarak, costruito in uno stile che fonde elementi moghul e rajasthani, sembra essere stato trasportato nella zona del bazar direttamente dal grande Deserto del Thar. Interessante il Nuovo Palazzo di Moti Bagh, imponente edificio ornato con un ponte sospeso su un’enorme vasca vuota. (N.B. Alcune parti di entrambi gli edifici potrebbero essere chiuse per lavori di restauro). Passeggiata nel colorato e animato bazar. Pensione completa.
Giorno 6
Patiala - Tarn Taran - Amritsar (il bianco Gurudwara dalla cupola dorata)
Dopo la prima colazione partenza verso nord-ovest per la cittadina di Tar Taran, fondata dal quinto guru sikh Shri Arjan Dev Ji (1563-1606) per la visita del Tarn Taran Sahib Gurudwara, un tempio dalla cupola dorata che si specchia in una vasta vasca sacra. Si prosegue per Amritsar, il centro culturale e spirituale della religione sikh, sede del famoso Tempio d'Oro conosciuto anche con il nome di Harmandir Sahib. Pensione completa. pernottamento in hotel.
Giorno 7
Amritsar (il Tempio d'Oro)
Dopo la prima colazione tour a piedi della vecchia Amritsar, fondata nel 1577 dal quarto guru Ram Das, che con i suoi viottoli trafficati si estende intorno al Golden Temple (Tempio d’Oro), il luogo di culto più sacro della religione sick. Questo gurdwara (tempio) laminato d’oro si erge splendente al centro del suo lago sacro, offrendo uno spettacolo che alcuni visitatori paragonano alla vista del Taj Mahal. Lo stile architettonico della struttura, come del resto la religione sick, è una mescolanza di elementi hindu e islamici, ma il risultato è assolutamente originale. La cupola
Dopo la prima colazione tour a piedi della vecchia Amritsar, fondata nel 1577 dal quarto guru Ram Das, che con i suoi viottoli trafficati si estende intorno al Golden Temple (Tempio d’Oro), il luogo di culto più sacro della religione sick. Questo gurdwara (tempio) laminato d’oro si erge splendente al centro del suo lago sacro, offrendo uno spettacolo che alcuni visitatori paragonano alla vista del Taj Mahal. Lo stile architettonico della struttura, come del resto la religione sick, è una mescolanza di elementi hindu e islamici, ma il risultato è assolutamente originale. La cupola dorata, che si dice sia stata rivestita con 750 kg di oro puro, rappresenta un fiore di loto rovesciato, simbolo della purezza cui aspirano i sick. In conformità con lo spirito di accoglienza senza discriminazioni del sickismo, tutti sono ben accetti nel più sacro dei templi. L’atmosfera è autenticamente spirituale, i fedeli pregano e si bagnano nella vasca sacra, non c’è nulla che incuta timore reverenziale. Durante il giorno il Guru Granth Sahib, la copia originale del testo sacro, viene custodita nell’Harmandir Sahib, il tempio di marmo che sorge nel centro della vasca. All’interno del tempio quattro sacerdoti declamano senza sosta i brani del testo sacro, a ritmo di musica in un ambiente di grande suggestione e religiosità. Ogni sera il Guru Grant Sahib viene trasferito con grande solennità in un altro edificio, l’Akal Takhat, per trascorrervi la notte. Pranzo in ristorante locale. Al pomeriggio escursione all’Attari/Wagah Border, la frontiera con il Pakistan, dove si assiste alla coloratissima e scenografica cerimonia della chiusura del confine. Cena nel ristorante dell’hotel. Dopo cena seconda visita al Tempio d’Oro per assistere alla suggestiva Night Palki Ceremony, la cerimonia della chiusura del “libro sacro”. Pernottamento in hotel.
Giorno 8
Amritsar - Anandpur Sahib (la città sacra)
Dopo la prima colazione partenza verso ovest per Anandpur Sahib, il sito più sacro per i Sikh dopo il Tempio d’Oro di Amritsar, che sorge a ridosso delle Nana Devi Hills. Luogo di pellegrinaggio da oltre 300 anni Anandpur Sahib fu fondata dal nono guru Tegh Bahadur nel 1664, prima che l’imperatore moghul Aurangzeb lo facesse decapitare per aver rifiutato di convertirsi all’Islam. Nel 1699 il decimo e ultimo Guru Gobind Singh vi fondò la confraternita Khalsa: una razza scelta di soldati-santi che avrebbe rispettato severi codici di condotta morale e si sarebbe impegnata in una crociata
Dopo la prima colazione partenza verso ovest per Anandpur Sahib, il sito più sacro per i Sikh dopo il Tempio d’Oro di Amritsar, che sorge a ridosso delle Nana Devi Hills. Luogo di pellegrinaggio da oltre 300 anni Anandpur Sahib fu fondata dal nono guru Tegh Bahadur nel 1664, prima che l’imperatore moghul Aurangzeb lo facesse decapitare per aver rifiutato di convertirsi all’Islam. Nel 1699 il decimo e ultimo Guru Gobind Singh vi fondò la confraternita Khalsa: una razza scelta di soldati-santi che avrebbe rispettato severi codici di condotta morale e si sarebbe impegnata in una crociata per la rettitudine. Fu lo stesso Gobind Singh a volere che la festa di Holi, la “festa dei colori”, generalmente celebrata in tutta l’India con spargimento di acqua e di polveri colorate, divenisse occasione per una dimostrazione dello spirito marziale della sua gente e la ribattezzò con il nome di Holla Mohalla. Pensione completa.
Giorno 9 - 10
Anandpur Sahib (il Festival Holla Mohalla)
Due intere giornate dedicate allo straordinario Festival Holla Mohalla. I protagonisti della festa sono i guerrieri Nihang, un tempo temibili difensori della fede, che alternano la lettura dei libri sacri ai rituali dell’antica arte marziale “gatka”. Vestiti con abiti blu dalle vivaci decorazioni color zafferano, i Nihang si sfidano a duello, sciabola alla mano, saltando l’uno verso l’altro con l’agilità dei felini. Sfoggiano maestosi turbanti, impreziositi da monili d’argento, che mettono in evidenza imponenti baffi e barbe incredibilmente lunghe. Migliaia di pellegrini
Due intere giornate dedicate allo straordinario Festival Holla Mohalla. I protagonisti della festa sono i guerrieri Nihang, un tempo temibili difensori della fede, che alternano la lettura dei libri sacri ai rituali dell’antica arte marziale “gatka”. Vestiti con abiti blu dalle vivaci decorazioni color zafferano, i Nihang si sfidano a duello, sciabola alla mano, saltando l’uno verso l’altro con l’agilità dei felini. Sfoggiano maestosi turbanti, impreziositi da monili d’argento, che mettono in evidenza imponenti baffi e barbe incredibilmente lunghe. Migliaia di pellegrini si raccolgono ad Anandpur Sahib per assistere alle cerimonie di preghiera che si tengono nel sacro “gurdwara” (tempio) di Keshgarh Sahib e per partecipare alla suggestiva processione che si snoda nelle strette vie intorno al tempio. Assolutamente da non perdere le competizioni a cavallo che vedono i Nihang sfidarsi in folli corse, cavalcando a pelo o addirittura in posizione eretta con le gambe poggiate su due cavalli che corrono affiancati. Molti Sikh adottano il nome “Singh”, che significa “Leone”. I cinque emblemi distintivi di un Sick, i “kakkar” sono: “kesh”, la barba non rasata e i capelli non tagliati che simboleggiano la santità; “kangha”, il pettine per curare i capelli non tagliati secondo quanto prescritto dall’osservanza; “kaccha”, la biancheria ampia a dimostrare modestia; “kirpan”, la sciabola simbolo di potere e dignità; “karra”, il bracciale d’acciaio simbolo di coraggio. Alla base del sikhismo c’è la credenza nell’uguaglianza di tutti gli uomini, che viene espressa da varie pratiche, tra cui il “langar”, in cui persone di ogni ceto sociale, senza distinzione di casta o credo religioso, siedono una accanto all’altra per consumare un pasto preparato da volontari nella cucina comune del “gurdwara”. Pensione completa.
Giorno 11
Anandpur Sahib - Chandigarh (le architetture di Le Corbusier)
Dopo la prima colazione partenza verso sud per Chandigarh, la capitale del Punjab e dell’Haryana, concepita con l’idea di creare una città radicalmente moderna. In origine il progetto e i lavori vennero iniziati da due architetti americani avanguardisti, ma fu poi l’architetto svizzero Le Corbusier a completare l’opera: “l’aritmetica, l’organicità e la geometria” avrebbero preso il posto dei “buoi, delle mucche e delle capre portate al pascolo dai contadini attraverso i campi arsi dal sole”. Chandigarh sarebbe stata una città a misura d’uomo, più democratica rispetto
Dopo la prima colazione partenza verso sud per Chandigarh, la capitale del Punjab e dell’Haryana, concepita con l’idea di creare una città radicalmente moderna. In origine il progetto e i lavori vennero iniziati da due architetti americani avanguardisti, ma fu poi l’architetto svizzero Le Corbusier a completare l’opera: “l’aritmetica, l’organicità e la geometria” avrebbero preso il posto dei “buoi, delle mucche e delle capre portate al pascolo dai contadini attraverso i campi arsi dal sole”. Chandigarh sarebbe stata una città a misura d’uomo, più democratica rispetto a Delhi, e per questo furono realizzati viali alberati, piazze riservate ai pedoni, case affacciate su strade tranquille con poco traffico, giardini pubblici e l’artificiale Sukha Lake. Nel pomeriggio visita della città. Si inizia dal Capital Complex che comprende le imponenti strutture in cemento della Corte Suprema (High Court), del Segretariato di Stato (Secretariat) e dell’Assemblea Legislativa (Vidhan Sabha), tutti situati nel Sector 1 e progettati da le Corbusier (N.B. Le visite all’interno di questi edifici non sono garantite in quanto soggette al rilascio di un permesso da parte dell’Architetcure Department). Si prosegue con la famosa scultura chiamata Open Hand (Mano Aperta), anch’essa creazione dell’infaticabile architetto. Quindi il fantastico Fantasy Rock Garden, un giardino che non ha nulla a che fare con le architetture di Le Corbusier, creato da Nek Chand, un ispettore della polizia stradale, utilizzando ciarpame riciclato. Impressionato dalla quantità di rifiuti generata a mano a mano che i villaggi venivano sgombrati per lasciar posto alla costruzione della nuova capitale, Chand decise di raccogliere nella sua casa parte di questi scarti per dar loro nuova vita come materiale scultoreo. Con il tempo, il genio dell’arte-spazzatura creò con le proprie mani, e l’ausilio della lenta forza della natura, decine di migliaia di sculture con i rifiuti urbani e industriali, oltre che con la pietra locale. Le sue schiere di portatrici d’acqua, pifferai, bevitori di tè, scimmie, danzatrici etc. continuarono a moltiplicarsi in spazi scolpiti in segreto su un terreno demaniale. Oggi il giardino è un dedalo di vialetti tortuosi e scale che si aprono su valli con cascate tonanti e anfiteatri sovrastati da figure bizzarre. Nessun materiale è andato sprecato, dalle prese elettriche ai fili metallici e ai vetri colorati, per dar vita alle legioni di statue di uomini e animali, passaggi ad arco e pareti decorate che si incontrano ad ogni angolo. Pensione completa. Pernottamento in hotel.
Giorno 12
Chandigarh - treno per Delhi - partenza (i giardini moghul)
Dopo la prima colazione escursione ai Pinjore Gardens, un parco cinto da mura in stile moghul che si estende su sette livelli con vedute panoramiche delle alture di Shivalik (a circa 20 km da Chandigarh). Voluti e progettati dal nawab Fidai Khan nel XVII secolo, i giardini venivano utilizzati come rifugio dai re moghul e dai loro harem. Pranzo in ristorante locale. Rientro a Chandigarh e trasferimento alla stazione ferroviaria per l’imbarco sul treno ‘’Shatabdi’’ delle 18.23, coin arrivo alle 21.50 a Delhi. Cena a bordo del treno. Arrivo a Delhi, accoglienza e trasferimento
Dopo la prima colazione escursione ai Pinjore Gardens, un parco cinto da mura in stile moghul che si estende su sette livelli con vedute panoramiche delle alture di Shivalik (a circa 20 km da Chandigarh). Voluti e progettati dal nawab Fidai Khan nel XVII secolo, i giardini venivano utilizzati come rifugio dai re moghul e dai loro harem. Pranzo in ristorante locale. Rientro a Chandigarh e trasferimento alla stazione ferroviaria per l’imbarco sul treno ‘’Shatabdi’’ delle 18.23, coin arrivo alle 21.50 a Delhi. Cena a bordo del treno. Arrivo a Delhi, accoglienza e trasferimento all’aeroporto in tempo utile per l’imbarco sul volo di linea, via scalo intermedio, per l’Italia. Pernottamento a bordo.
Giorno 13
Arrivo in Italia
Arrivo a Milano Malpensa al mattino.