Giorno 1
Milano - Lomé, Golfo di Guinea
Partenza da Milano con volo di linea per Lomé, con scalo internazionale. Arrivo in tarda serata e trasferimento in hotel. Pernottamento
Giorno 2
Lomé - Accra
Lomé, vibrante capitale del Togo è l’unica città africana ad aver subito consecutivamente le influenze coloniali tedesche, inglesi e francesi nonché una delle poche capitali al mondo situata al confine con un’altra nazione. Questa storia di influenze variegate ha creato un identità unica che si riflette nello stile di vita e nell’architettura della città. Lomé è il punto di incrocio di persone, culture e commerci che la rende città cosmopolita dalle dimensioni umane. Scopriremo il mercato centrale con le “Nana Benz”, donne mercanti che hanno concentrato nelle loro mani
Lomé, vibrante capitale del Togo è l’unica città africana ad aver subito consecutivamente le influenze coloniali tedesche, inglesi e francesi nonché una delle poche capitali al mondo situata al confine con un’altra nazione. Questa storia di influenze variegate ha creato un identità unica che si riflette nello stile di vita e nell’architettura della città. Lomé è il punto di incrocio di persone, culture e commerci che la rende città cosmopolita dalle dimensioni umane. Scopriremo il mercato centrale con le “Nana Benz”, donne mercanti che hanno concentrato nelle loro mani il commercio dei “pagne” (tessuti che vengono venduti in tutta l’Africa Occidentale) e il mercato dei feticci più grande d’Africa con un eclettico assortimento di amuleti, crani di animali, conchiglie, antiche pietre-moneta, teste di serpente, statuette propiziatorie e tutte le più svariate componenti necessarie alla realizzazione di pozioni magiche e feticci. Al termine della visita della città, proseguimento per Accra, capitale del Ghana. Pensione completa
Giorno 3
Metropoli africana, da Accra a Anomabu
Grande città africana, in rapida evoluzione, Accra ha saputo conservare un’identità che si riflette sia nei quartieri moderni, che in quelli più vecchi, dove si moltiplicano le attività tradizionali. I verdeggianti quartieri amministrativi, composti da eleganti ville della prima metà del Novecento, ci ricordano che questa fu la più prosperosa delle colonie d’ Africa. Di fronte all’oceano si organizza la vita dei quartieri autoctoni. James Town: un villaggio circondato da una città, dove le attività economiche seguono criteri ben diversi da quelli che governano la city, distante
Grande città africana, in rapida evoluzione, Accra ha saputo conservare un’identità che si riflette sia nei quartieri moderni, che in quelli più vecchi, dove si moltiplicano le attività tradizionali. I verdeggianti quartieri amministrativi, composti da eleganti ville della prima metà del Novecento, ci ricordano che questa fu la più prosperosa delle colonie d’ Africa. Di fronte all’oceano si organizza la vita dei quartieri autoctoni. James Town: un villaggio circondato da una città, dove le attività economiche seguono criteri ben diversi da quelli che governano la city, distante solamente qualche centinaio di metri. Oltre Osu, sede del palazzo presidenziale, si trova il quartiere dove abitano i fabbricanti di sarcofagi, dalle forme “fantasy”. Con estro, creano bare a forma di frutti, pesci, aerei, animali... Questi bizzarri manufatti oltre ad essere aprezzati localmente hanno fatto mostra di sè in prestigiose esposizioni internazionali. Al termine della visita proseguimento per Anomabu, situata sulla costa in direzione di ElminaPensione completa.
Giorno 4
Castelli della tratta, Elmina
Visita di Elmina, legata alla storia dell’Africa, ma anche alla storia di tutta l’umanità. Nel 1482 Cristoforo Colombo e Bartolomeo Diaz approdarono qui con dodici caravelle per costruire un castello sotto l’autorità portoghese. I luoghi scelti erano legati anche alla possibilità di acquisto della polvere d’oro. Così ebbe inizio la storia d’Elmina: un castello, un porto, un villaggio, che oggi festeggiano oltre cinque secoli di continui contatti e commerci tra africani ed europei. La cittadella d’Elmina è un tipico porto di pesca con centinaia di grandi piroghe colorate che
Visita di Elmina, legata alla storia dell’Africa, ma anche alla storia di tutta l’umanità. Nel 1482 Cristoforo Colombo e Bartolomeo Diaz approdarono qui con dodici caravelle per costruire un castello sotto l’autorità portoghese. I luoghi scelti erano legati anche alla possibilità di acquisto della polvere d’oro. Così ebbe inizio la storia d’Elmina: un castello, un porto, un villaggio, che oggi festeggiano oltre cinque secoli di continui contatti e commerci tra africani ed europei. La cittadella d’Elmina è un tipico porto di pesca con centinaia di grandi piroghe colorate che tutti i giorni affrontano l’oceano. I vicoli di quest’antico villaggio di pescatori ci faranno respirare un’atmosfera vivace ed unica. Le antiche costruzioni portoghesi, olandesi, inglesi, oggi abitate dai locali, si affiancano ai templi delle “Compagnie Asafo”, in cui i guerrieri offrono ancora sacrifici e libagioni. Visita del castello di Saint George, risultato dei lavori realizzati da portoghesi, olandesi, inglesi e autorità locali. Nel corso della sua storia è stato utilizzato inizialmente come fattoria fortificata per rifornire di cibo fresco le navi che facevano rotta lungo la via delle Indie, e nello stesso tempo come base per l’acquisto di polvere d’oro, avorio e legnami pregiati. Nel 18° secolo il castello raggiunse la sua estensione attuale quando divenne uno dei principali centri di raccolta degli schiavi da inviare nelle Americhe. Oggi è riconosciuto “Patrimonio dell’Umanità” dall’UNESCO.Il canopy di Kakum, un ponte di corde assicurato a dei cavi in acciaio, rappresenta il ponte più lungo e più alto di questo genere in tutto il mondo. Da un’altezza di 30 - 40 metri si può avere una vista del tutto originale sulla foresta. Invece di mostrare i loro tronchi, gli alberi offrono allo sguardo le loro sommità slanciate alla ricerca di cielo e di sole.Pensione completa.
Giorno 5
Da Elmina a Kumasi, capitale degli Ashanti
In mattinata trasferimento a Kumasi, capitale storica e spirituale dell’antico Regno degli Ashanti. Il popolo Ashanti fu una delle “nazioni” più potenti dell’Africa fino alla fine del 19th sec., quando gli Inglesi decisero di annetterla alla loro colonia chiamata Gold Coast. Gli onori ancora oggi resi all’Asantehene (il Re) testimoniano del passato splendore e della perenne potenza Ashanti. Oggi Kumasi, con circa 3 milioni di abitanti, è una dinamica città con un fantastico mercato centrale, uno dei più grandi d’Africa. Ogni tipo di manufatto Ashanti (pelletteria, ceramiche,
In mattinata trasferimento a Kumasi, capitale storica e spirituale dell’antico Regno degli Ashanti. Il popolo Ashanti fu una delle “nazioni” più potenti dell’Africa fino alla fine del 19th sec., quando gli Inglesi decisero di annetterla alla loro colonia chiamata Gold Coast. Gli onori ancora oggi resi all’Asantehene (il Re) testimoniano del passato splendore e della perenne potenza Ashanti. Oggi Kumasi, con circa 3 milioni di abitanti, è una dinamica città con un fantastico mercato centrale, uno dei più grandi d’Africa. Ogni tipo di manufatto Ashanti (pelletteria, ceramiche, tessuti Kente) si trova qui, insieme a quasi tutti i tipi di frutta tropicale e verdura. Visita del centro culturale Ashanti, con una ricca collezione di manufatti situati all’interno di una riproduzione di una casa Ashanti. Se in svolgimento, potremo assistere ai “funerali ashanti”, che in realtà sono una celebrazione festosa. Rituale celebrato mesi o anni dopo il decesso per permettere allo spirito del defunto di raggiungere lo status di antenato e divenire protettore di tutto il clan, in una gioiosa festa di ricongiungimento. I partecipanti esibiranno tessuti rossi e neri. I capi, all’ombra di grandi parasole colorati, partecipano alle celebrazioni circondati da tutta la loro corte. Anche noi, seguendo il protocollo tradizionale, saremo accettati alla cerimonia per assistere alle danze tradizionali che celebrano le gesta degli antenati ed hanno una marcata simbologia erotica e guerriera. Pensione completa.
Giorno 6
Il Regno dell'oro
In mattinata incontro con un capo tradizionale ashanti: un’ottima occasione di dialogo, di conoscenza di questa cultura così lontana da noi, di approfondimento dei valori tradizionali degli ashanti, e per qualche foto. Al termine visita di Kumasi. Le sue vie si concedono allo sguardo del viaggiatore, curioso di cogliere da vicino qualche dettaglio che rende la città speciale: le costruzioni coloniali intorno al mercato, le insegne pubblicitarie dipinte a mano con uno stile originale che qualcuno non esita ad accostare all’Urban Art. La visita della città sarà riempita dall’attenzione
In mattinata incontro con un capo tradizionale ashanti: un’ottima occasione di dialogo, di conoscenza di questa cultura così lontana da noi, di approfondimento dei valori tradizionali degli ashanti, e per qualche foto. Al termine visita di Kumasi. Le sue vie si concedono allo sguardo del viaggiatore, curioso di cogliere da vicino qualche dettaglio che rende la città speciale: le costruzioni coloniali intorno al mercato, le insegne pubblicitarie dipinte a mano con uno stile originale che qualcuno non esita ad accostare all’Urban Art. La visita della città sarà riempita dall’attenzione dedicata a questi dettagli e ad altri ancora. Il Museo del Palazzo Reale ci apre le porte, con la sua collezione unica di oggettistica ashanti. Al termine partenza per Techiman.Pensione completa.
Giorno 7
Scimmie sacre, da Techiman a Tamale
Lungo trasferimento verso le foreste abitate da popolazioni Akan.Nella regione Brong Afo abbandoneremo la strada principale per seguire la pista che ci condurrà ad una foresta sacra. La popolazione locale considera le scimmie Monas e Colobus quali loro totem. Condividono gli stessi spazi, offrendosi protezione reciproca.Cammineremo nella foresta fra alberi giganti, immersi nella luce smeraldina. Incontreremo frequentemente gruppi di scimmie.Pensione completa
Giorno 8
Streghe, da Tamale a Sokode - la danza del fuoco
La pista ci condurrà al confine con il Togo, in una regione raramente visitata dove vivono i Dagomba. Questa popolazione costruisce capanne circolari in argilla con il tetto di paglia. La casa del capo villaggio è tipica: grande e con un palo centrale a sostegno del tetto. E’ qui che si tiene il consiglio degli anziani. In uno di questi villaggi incontreremo un grande insediamento di ….streghe esiliate dal loro villaggio d’origine. Discuteremo con loro circa la vita nel villaggio dove uno speciale santuario ha l’incarico di proteggere il loro spirito e di ripulirlo dalle
La pista ci condurrà al confine con il Togo, in una regione raramente visitata dove vivono i Dagomba. Questa popolazione costruisce capanne circolari in argilla con il tetto di paglia. La casa del capo villaggio è tipica: grande e con un palo centrale a sostegno del tetto. E’ qui che si tiene il consiglio degli anziani. In uno di questi villaggi incontreremo un grande insediamento di ….streghe esiliate dal loro villaggio d’origine. Discuteremo con loro circa la vita nel villaggio dove uno speciale santuario ha l’incarico di proteggere il loro spirito e di ripulirlo dalle cattive volontà. Passaggio della frontiera con il Togo.In serata, la danza del fuoco. Al centro del villaggio dell’etnia Tem un grande fuoco illumina i volti dei partecipanti che inizialmente danzano al ritmo ipnotico dei tamburi prima di tuffarsi nelle braci ardenti. Raccolgono tizzoni incandescenti e li passano più volte sul corpo oltre che portarli alla bocca, quasi li dovessero ingoiare. Nessuna ferita e nessun segno di dolore compare sui volti dei danzatori. Si tratta di coraggio? Auto-suggestione? Magia? Difficile spiegare una tale performance. Forse sono davvero i loro feticci a proteggerli dal fuoco.Pensione completa.
Giorno 9
L'età del ferro, da Sokodé a Kara
Il paesaggio si fa montagnoso. Roccia e foresta si alternano trasformando il panorama in un patchwork. Ai piedi del monte Kabye la strada si inerpica fino a raggiungere villaggi formate da casa chiamate ‘soukala’, un gruppo di capanne unite tra loro da un muro. In ognuna vive una famiglia patriarcale che conserva antichi saperi: le donne plasmano vasellame in terracotta senza usare una ruota circolare, avvalendosi solo della loro manualità. Gli uomini invece, nelle loro forge, danno forma a pezzi di metallo usando pietre battute ritmicamente con braccia possenti. Il martello non è ancora
Il paesaggio si fa montagnoso. Roccia e foresta si alternano trasformando il panorama in un patchwork. Ai piedi del monte Kabye la strada si inerpica fino a raggiungere villaggi formate da casa chiamate ‘soukala’, un gruppo di capanne unite tra loro da un muro. In ognuna vive una famiglia patriarcale che conserva antichi saperi: le donne plasmano vasellame in terracotta senza usare una ruota circolare, avvalendosi solo della loro manualità. Gli uomini invece, nelle loro forge, danno forma a pezzi di metallo usando pietre battute ritmicamente con braccia possenti. Il martello non è ancora arrivato da queste parti…Sembra di tornare (ma forse siamo proprio tornati) all’Età del Ferro. Passeggiata per scoprire i villaggi Kabye e Moba.Pensione completa.
Giorno 10
Castelli d'argilla, da Kara a Natitingou
Entriamo nella terra dei Tamberma e dei Somba. In un paesaggio di colline e altipiani incontreremo i Tamberma che vivono in abitazioni fortificate. Simili nella forma ai nostri castelli medievali, queste abitazioni rappresentano uno dei più begli esempi di architettura africana. Il loro stile impressionò Le Corbusier, che le definì esempio di “architettura sculturale”. Le Tata (=case) sono costruite a mano, strato su strato, aggiungendo palle di fango che vengono poi modellate sul disegno della casa in una sorta di sensuale gesto che unisce forza, accuratezza ed estetica.
Entriamo nella terra dei Tamberma e dei Somba. In un paesaggio di colline e altipiani incontreremo i Tamberma che vivono in abitazioni fortificate. Simili nella forma ai nostri castelli medievali, queste abitazioni rappresentano uno dei più begli esempi di architettura africana. Il loro stile impressionò Le Corbusier, che le definì esempio di “architettura sculturale”. Le Tata (=case) sono costruite a mano, strato su strato, aggiungendo palle di fango che vengono poi modellate sul disegno della casa in una sorta di sensuale gesto che unisce forza, accuratezza ed estetica. L’attaccamento alle tradizioni è inoltre dimostrato dalla presenza di grandi feticci di forma fallica posti all’entrata delle case. Con il premesso accordatoci dagli abitanti entreremo nelle case per meglio comprenderne lo stile di vita. L’area è stata dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Un po' più ad est, una volta attraversato il confine del Benin, incontreremo i Betammaribe (alias Somba), che condividono con i Tamberma lo stesso spazio ambientale: le colline Atakora. Come loro costruiscono bei castelli d'argilla, ma da loro si differenziano per alcuni riti iniziatici molto suggestivi. I giovani, verso i 18-20 anni, si fanno scarificare tutto il ventre con intricati e raffinati motivi geometrici. Prendono l'iniziativa liberamente, per provare il loro coraggio; liberamente ma anche profondamente convinti che solo queste scarificazioni daranno loro uno statuto di veri uomini, nel mondo degli adulti. Incontreremo alcuni di questi giovani, vedremo le loro scarificazioni e ci faremo raccontare i ricordi di questa prova iniziatica.Pensione completa.
Giorno 11
Le colline dei feticci, da Natitingou a Dassa
Raggiungeremo gli antichi villaggi Taneka, situati alle pendici del monte omonimo. Questi villaggi sono composti da capanne rotonde dai tetti conici e protetti in cima da vasi di terracotta. La parte superiore dei villaggi è abitata dai sacerdoti dei feticci, abbigliati con pelle di capra, e dai giovani iniziati. Pare che i primi abitanti, d'origine Kabyé, abbiano occupato la montagna nel IX secolo d.C. Da allora altre popolazioni si sono unite a loro formando una specie di melting-pot. Ogni gruppo ha conservato i propri culti ed i propri riti d'iniziazione, e nello
Raggiungeremo gli antichi villaggi Taneka, situati alle pendici del monte omonimo. Questi villaggi sono composti da capanne rotonde dai tetti conici e protetti in cima da vasi di terracotta. La parte superiore dei villaggi è abitata dai sacerdoti dei feticci, abbigliati con pelle di capra, e dai giovani iniziati. Pare che i primi abitanti, d'origine Kabyé, abbiano occupato la montagna nel IX secolo d.C. Da allora altre popolazioni si sono unite a loro formando una specie di melting-pot. Ogni gruppo ha conservato i propri culti ed i propri riti d'iniziazione, e nello stesso tempo hanno creato istituzioni politiche e religiose comuni. Mentre si cammina tra case a tetto conico, su viuzze delimitate da pietre lisce, capita d'incontrare giovani ed adulti con il capo raso, semi nudi. Si preparano alle celebrazioni iniziatiche. I Taneka, considerano che per « fare » un uomo ci vuole tempo, pazienza, e tanto... sangue d'animali sacrificati. Insomma un processo lungo tutta un'esistenza, a tal punto che la vita stessa diventa un rito di passaggio.Nel pomeriggio, sosteremo presso il feticcio di Dankoli, importante luogo di culto vudù. La presenza di diversi bastoncini di legno ricorda l’innumerevole serie di preghiere che sono state rivolte al feticcio per soddisfare i bisogni della vita di tutti i giorni: un buon raccolto, un felice matrimonio, un parto senza problemi, una promozione scolastica…. Una volta esaudita la preghiera, il richiedente torna sul luogo del feticcio per sacrificare ciò che aveva promesso: un pollo, una mucca, una capra. Le tracce di sangue, vino e olio di palma che cospargono il feticcio provano che tante persone hanno visto la loro preghiera esaudirsi.Pensione completa.
Giorno 12
Maschere, da Dassa a Ketou
A Dassa, uscita di maschere Egun, che rappresentano gli spiriti del defunto e di fatto, secondo la popolazione locale, ‘sono’ i defunti. Le maschere arrivano dalla casa delle maschere indossando costumi colorati e brillanti e sfilano nelle vie del villaggio lanciandosi all’inseguimento dei curiosi e incauti spettatori che si avvicinano troppo per sfidare le maschere. I partecipanti non devono farsi toccare da Egun, dato che potrebbe condurli con loro nell’aldilà. Partenza per Abomey, città nota soprattutto per la sua importanza storica, dato che fu capitale del regno di Dahomey,
A Dassa, uscita di maschere Egun, che rappresentano gli spiriti del defunto e di fatto, secondo la popolazione locale, ‘sono’ i defunti. Le maschere arrivano dalla casa delle maschere indossando costumi colorati e brillanti e sfilano nelle vie del villaggio lanciandosi all’inseguimento dei curiosi e incauti spettatori che si avvicinano troppo per sfidare le maschere. I partecipanti non devono farsi toccare da Egun, dato che potrebbe condurli con loro nell’aldilà. Partenza per Abomey, città nota soprattutto per la sua importanza storica, dato che fu capitale del regno di Dahomey, fondato nel 17° secolo e caduto con l’occupazione francese. Assisteremo all’uscita di maschere Gelede. Il culto Gelede è legato alla Madre Terra, alle stagioni e ai suoi riti agricoli, per propiziare la fertilità dei campi e delle genti, unica e vera condizione di gioia e serenità per tutta la comunità. Colori, movimenti, tamburi e folla si fondono in una sola vivace coreografia. Maschere dalle movenze di marionette raccontano storie a carattere etico e canzonatorio per il divertimento e l’educazione dei villaggi. Per i non iniziati quello che risalta è il lato burlesco delle pantomime messe in scena dalle maschere: solo gli iniziati ne conoscono gli aspetti simbolici e segreti. È un originale mix di teatro di strada e teatro magico.Pensione completa
Giorno 13
Da Ketou a Porto Novo, l'incontro con il re
Ketu è la capitale di un antico e prestigioso regno Yoruba che ancora oggi "regna" nella regione di confine tra Benin e Nigeria. Dopo il protocollo saremo introdotti nel palazzo reale e ricevuti dall'Oba (Re) Adedu Loye, 51° Alaketu, circondato dai suoi dignitari. Potremo chiedere a Sua Maestà informazioni sulla storia di Ketou, uno dei principali regni figli della regalità di Ilé-Ife, considerato uno dei più grandi dell'Africa fin dal XIII secolo. A Porto Novo, visita del mercato con un importante settore dedicato agli oggetti di culto Voudou ed all’erboristeria tradizionale
Ketu è la capitale di un antico e prestigioso regno Yoruba che ancora oggi "regna" nella regione di confine tra Benin e Nigeria. Dopo il protocollo saremo introdotti nel palazzo reale e ricevuti dall'Oba (Re) Adedu Loye, 51° Alaketu, circondato dai suoi dignitari. Potremo chiedere a Sua Maestà informazioni sulla storia di Ketou, uno dei principali regni figli della regalità di Ilé-Ife, considerato uno dei più grandi dell'Africa fin dal XIII secolo. A Porto Novo, visita del mercato con un importante settore dedicato agli oggetti di culto Voudou ed all’erboristeria tradizionale africana. Sui banchi della farmacopea tradizionale sono ammassate pigne di foglie, radici, frutti provenienti dalle foreste limitrofe ed impiegati dei curatori tradizionali. Visiteremo inoltre un’interessante collezione etnografica con numerose maschere delle etnie Yoruba e Fon. In centro città svetta la moschea, una delle più originali al mondo. Realizzata nel 19° sec. Da ex schiavi musulmani, rientrati dak Brasile, imita nelle forme le chiese di San Salvador di Bahia.Pensione completa.
Giorno 14
Ganvié - Ouidah, la città 'afro-brasiliana'
Con una barca a motore coperta attraverseremo quindi il Lago Nokwe e raggiungeremo Ganvie, il più vasto villaggio palafitticolo del continente africano. Gli abitanti di etnia Tofinou costruiscono le loro capanne di legno su pali di teck. La pesca è l’attività principale di questa popolazione il cui isolamento ha permesso di conservare abitudini e regole arcaiche. Sulle piroghe si scandisce la vita quotidiana. E’ con la piroga che gli uomini vanno a pesca e sulla piroga le donne espongono le merci al mercato galleggiante ed i bimbi giocano. Partenza per Ouidah, sulla
Con una barca a motore coperta attraverseremo quindi il Lago Nokwe e raggiungeremo Ganvie, il più vasto villaggio palafitticolo del continente africano. Gli abitanti di etnia Tofinou costruiscono le loro capanne di legno su pali di teck. La pesca è l’attività principale di questa popolazione il cui isolamento ha permesso di conservare abitudini e regole arcaiche. Sulle piroghe si scandisce la vita quotidiana. E’ con la piroga che gli uomini vanno a pesca e sulla piroga le donne espongono le merci al mercato galleggiante ed i bimbi giocano. Partenza per Ouidah, sulla costa del Benin. In questa città, antico porto del traffico negriero dalle rare architetture afrobrasiliane, coabitano uno di fronte all'altro, in perfetto sincretismo, il tempio dei pitoni e la cattedrale cattolica. La lentezza dei personaggi inondati dal sole... il battito lontano delle onde sulla spiaggia... il ritmo dei tamburi sembrano riportare l'eco mormorante delle colonne di schiavi imbarcati su queste spiagge. Un'atmosfera “fuori del tempo”, perfettamente descritta da Chatwin nel suo libro « Il viceré di Ouidah ». Pensione completa
Giorno 15
il festival vudù
Parteciperemo oggi al festival vudù, qui in quella che è considerata la capitale del vudù africano: la sfilata si svolge al mattino, con i partecipanti in abiti tradizionali che celebrano i loro culti ancestrali. Con danze e maschere… Camere a disposizione fino al trasferimento in aeroporto per il volo di rientro in Italia.Pensione completa
Giorno 16
Milano
Molto presto al mattino trasferimento all’aeroporto di Cotonou per il volo di rientro in Italia. Arrivo a Milano.Considerando la natura del viaggio, alcune parti potrebbero essere modificate per cause imprevedibili e sulla base di decisioni dello staff locale. La guida farà il possibile per attenersi al programma originale.