Giorno 1
Partenza dall'Italia
Partenza da Milano e/o Roma con volo di linea via Madrid. Volo notturno arrivo a Lima nella tarda nottata (in spagnolo alla madrugada). Pasti e pernottamento a bordo.
Giorno 2
visita della capitale e partenza per Arequipa
Arrivo e dopo le formalita doganali trasferimento privato in Hotel. Camere a disposizione fino per una doccia e un breve relax. Alle 11 circa incontro con la nostra guida e partenza per una visita panoramica della città. Lima, la “Città dei Re”, fondata da Pizarro nel 1535, ha vissuto distruzioni, terremoti, saccheggi, rinascite. Oggi il centro della città, che ha circa dieci milioni di abitanti, è in un’ansa del fiume Rimac. Il cuore è Plaza de Armas con la ragnatela di stradine del periodo di Pizarro e conserva varie strutture coloniali. I quartieri più rinomati sono Miraflores,
Arrivo e dopo le formalita doganali trasferimento privato in Hotel. Camere a disposizione fino per una doccia e un breve relax. Alle 11 circa incontro con la nostra guida e partenza per una visita panoramica della città. Lima, la “Città dei Re”, fondata da Pizarro nel 1535, ha vissuto distruzioni, terremoti, saccheggi, rinascite. Oggi il centro della città, che ha circa dieci milioni di abitanti, è in un’ansa del fiume Rimac. Il cuore è Plaza de Armas con la ragnatela di stradine del periodo di Pizarro e conserva varie strutture coloniali. I quartieri più rinomati sono Miraflores, San Isidro e Barranco. Ci rechiamo nella Plaza de Armas col Palazzo del Governo, la Cattedrale e l’Arcivescovado che vediamo esternamente. La Casa Aliaga, un'antica casa del vicereame consegnata da Francisco Pizarro a uno dei suoi capitani (Jerònimo de Aliaga), dopo la fondazione della città. Tra i musei della capitale scegliamo di visitare il più interessante, il Museo Larco. Ospitato in un palazzo del XVIII secolo già residenza del viceré, custodisce opere collezionate da un privato, Rafael Larco Hoyle. Inaugura il museo nel 1926 dopo aver recuperato decine di migliaia di pezzi in varie regioni del Perù. Sono oggetti in ceramica di differenti culture, tessuti pregevoli e una raccolta di vasi precolombiani. Al termine trasferimento in aeroporto e partenza per Arequipa. Arrivo e trasferimento in hotel. Arequipa ha una storia antica, come dimostrano i dipinti rupestri ritrovati nella regione. Nel XV secolo gli Incas espandono la loro presenza nella zona venendo in contatto con genti del posto che eccellono nell’agricoltura. Ne sono ancora oggi segno evidente i sistemi di coltura e irrigazione. Fondata dagli spagnoli nel 1540 ha avuto un ruolo notevole nelle lotte per l’indipendenza del Paese durante il XIX secolo. Pranzo e cena liberi. Pernottamento in hotel.
Giorno 3
Arequipa, la "città bianca"
Arequipa, non a caso conosciuta anche come la "Città Bianca", ha gli edifici realizzati con “sillar”, una specie di pietra pomice vulcanica di color chiaro, duttile ma molto resistente.Il secondo centro del Perù, di quasi un milione di abitanti, si trova in ottima posizione circondata, protetta e minacciata da vulcani coperti di nevi, deserti, canyon. La sua altitudine pur non elevatissima consente l’opportuno acclimatamento prima di proseguire verso quote più alte. E’ questo uno dei motivi per cui soggiorniamo due notti ad Arequipa, in modo da permettere una salutare sosta, oltre
Arequipa, non a caso conosciuta anche come la "Città Bianca", ha gli edifici realizzati con “sillar”, una specie di pietra pomice vulcanica di color chiaro, duttile ma molto resistente.Il secondo centro del Perù, di quasi un milione di abitanti, si trova in ottima posizione circondata, protetta e minacciata da vulcani coperti di nevi, deserti, canyon. La sua altitudine pur non elevatissima consente l’opportuno acclimatamento prima di proseguire verso quote più alte. E’ questo uno dei motivi per cui soggiorniamo due notti ad Arequipa, in modo da permettere una salutare sosta, oltre che visite appropriate. Anche ad Arequipa il cuore della città è Plaza de Armas. La Cattedrale, funestata da una serie di eventi negativi è sempre riuscita a tornare alla sua immagine originaria. Occupa l’intero lato nord della Plaza de Armas. L’Iglesia de la Compania, chiesa gesuita tra le più antiche di Arequipa, presenta chiostri, una facciata finemente decorata, dipinti e un altare con motivi ornamentali tipici di uno stile assai ricco. Non mancano lamine d’oro a rendere ancora più “florida” questa espressione di architettura religiosa nota come “churrigueresche”. Ma il complesso architettonico che fornisce forte personalità alla città del sillar è certamente il Monastero di Santa Catalina, fondato nel 1580 da una nobildonna spagnola. Accoglieva novizie provenienti da facoltose famiglie rigidamente selezionate, ma la vita nel monastero era improntata a comportamenti non sempre di elevata spiritualità e senso di sacrificio. Nel tempo, però, le regole sono state cambiate per farne luogo di reale clausura, addirittura pregno di mistero sin quasi alla fine del XX secolo. Da alcuni decenni è possibile visitare una parte del complesso di oltre 20.000 metri quadri. E’ una vera cittadella con mura di cinta proporzionali all’importanza del luogo, passaggi angusti, stradine tortuose, chiostri, archi, abitazioni più o meno modeste, arredi, camere mortuarie, angoli e giardini fioriti, sale, lavanderie, torri, chiese, forni, celle, gallerie, cortili, affreschi, anche i colori presentano toni e contrasti che arricchiscono il quadro.Durante il tempo libero nel pomeriggio sarà possibile passeggiare in uno dei quartieri per assorbire un poco della sua gradevole atmosfera e recarsi in uno dei negozi di artigianato, “antichità” e prodotti in lana di alpaca e vigogna. I quartieri di Chilina, con vista su terrazzamenti antichi o di Yanahuara col mirador che propone uno sguardo sulla città e sul vulcano Misti, possono essere mete piacevoli. Pasti liberi e pernottamento in hotel.
Giorno 4
Il viaggio prosegue tra splendidi paesaggi andini verso Puno
Prima colazione e partenza lungo la strada che ci porta in serata a Puno sul Lago Titicaca. Quasi alla fine del lungo trasferimento, a pochi chilometri da Puno, si arriva in una zona con alture che declinano sino al piccolo Lago di Umayo, ornate dalle Torri di Sillustani. Le strutture che punteggiano il panorama sono state costruite come luoghi di sepoltura dai Colla che abitavano la regione nel periodo incaico. Usavano seppellire i defunti delle caste nobiliari all’interno di queste torri chiamate “chullpas”. Sono disseminate in una vasta area, ma quelle meglio conservate sono nella
Prima colazione e partenza lungo la strada che ci porta in serata a Puno sul Lago Titicaca. Quasi alla fine del lungo trasferimento, a pochi chilometri da Puno, si arriva in una zona con alture che declinano sino al piccolo Lago di Umayo, ornate dalle Torri di Sillustani. Le strutture che punteggiano il panorama sono state costruite come luoghi di sepoltura dai Colla che abitavano la regione nel periodo incaico. Usavano seppellire i defunti delle caste nobiliari all’interno di queste torri chiamate “chullpas”. Sono disseminate in una vasta area, ma quelle meglio conservate sono nella località di Sillustani. Presentano pianta circolare, alcune sono alte oltre dieci metri, con pareti esterne costituite da blocchi di pietra. All’interno oggi sono vuote. Il tempo gli archeologi e i tombaroli hanno fatto la loro parte. Nel passato, però, attraverso un’apertura nel lato orientale delle mura, oltre al cadavere, erano introdotti anche oggetti più o meno preziosi e cibo utili al defunto nella vita ultraterrena. A volte la tomba veniva usata per contenere le salme di intere famiglie. Alcune tombe monumentali sono ben conservate e il posto merita una sosta, in un ambiente lacustre che oltre a costituire una piacevole cornice ospita una notevole varietà animale e vegetale.Arrivo a Puno in serata, località risalente al XVII secolo, sulle rive del Lago Titicaca, il più alto specchio d’acqua navigabile del pianeta grande quanto l’Umbria (circa 4.400 kmq). Pranzo e cena liberi. Pernottamento in hotel.
Giorno 5
le isole fluttuanti degli Uros e l'Isola di Taquile nell'immenso blu cobalto del Lago Titicaca
Dopo la colazione, trasferimento al porto e imbarco sul battello per l'escursione sul lago Titicaca, lo specchio d'acqua navigabile più alto del mondo. Dal porto lacustre di Puno alle isole fluttuanti degli Uros. Gli Uros appartengono ad una cultura antica ed ospitano delle isole artificiali costruite per la crescita del giunco. Il giunco viene tessuto nelle zone dove cresce più rigoglioso e dal mantello naturale. Su di esso vennero costruite case e si cucina all'aria aperta per evitare possibili incendi. Dopo un'ora e mezza di viaggio, fermata all'Isola di Taquile. Questa, a differenza
Dopo la colazione, trasferimento al porto e imbarco sul battello per l'escursione sul lago Titicaca, lo specchio d'acqua navigabile più alto del mondo. Dal porto lacustre di Puno alle isole fluttuanti degli Uros. Gli Uros appartengono ad una cultura antica ed ospitano delle isole artificiali costruite per la crescita del giunco. Il giunco viene tessuto nelle zone dove cresce più rigoglioso e dal mantello naturale. Su di esso vennero costruite case e si cucina all'aria aperta per evitare possibili incendi. Dopo un'ora e mezza di viaggio, fermata all'Isola di Taquile. Questa, a differenza delle altre isole, ospita abitanti quechua. Formò parte dell'impero Inca ed ancora oggi si possono vedere, nelle costruzioni, le vestigia di questa cultura. All'arrivo degli spagnoli, furono invitati a togliere le loro vesti tradizionali e vestire gli abiti da contadini. Breve presentazione dell'isola. Pranzo in corso di escursione. Visita di una comunità locale dove è presente un progetto della Cooperazione Italiana allo Sviluppo. A piedi verso il porto principale per intraprendere il viaggio di ritorno a Puno. Rientro nel tardo pomeriggio in Hotel, cena libera e pernottamento.
Giorno 6
Verso Cuzco con soste a Pucarà, al Tempio di Raqchi e alla chiesa di Andahuaylillas
In mattinata partenza con mezzo privato verso Cuzco, attraverso il paesaggio dell’arido altipiano andino. Ci fermiamo a Pucarà, Raqchi, Andahuayllas per le visite oltre alla sosta per il pranzo. Pucarà non è uno straordinario centro, ma ne approfittiamo per dare un’occhiata al locale museo. Raqchi è nota per i resti del Tempio di Huiracocha (Viracocha). Andahuaylillas, offre una chiesa gesuita del XVII secolo e un’atmosfera coloniale con costruzioni di quel periodo. La chiesa conserva ricchi motivi baroccheggianti e una cappella, “la piccola Sistina”. (Di solito i richiami
In mattinata partenza con mezzo privato verso Cuzco, attraverso il paesaggio dell’arido altipiano andino. Ci fermiamo a Pucarà, Raqchi, Andahuayllas per le visite oltre alla sosta per il pranzo. Pucarà non è uno straordinario centro, ma ne approfittiamo per dare un’occhiata al locale museo. Raqchi è nota per i resti del Tempio di Huiracocha (Viracocha). Andahuaylillas, offre una chiesa gesuita del XVII secolo e un’atmosfera coloniale con costruzioni di quel periodo. La chiesa conserva ricchi motivi baroccheggianti e una cappella, “la piccola Sistina”. (Di solito i richiami a opere note creano eccessive aspettative e sviliscono l’opera in questione). Il punto più elevato del percorso è il passo Abra La Raya a circa 4300 metri. E’ il confine tra la regione di Puno e di Cuzco. Pranzo in ristorante locale durante il tragitto. Arrivo e sistemazione in hotel nella Valle Sacra. Cena libera e pernottamento.
Giorno 7
Cusco in libertà - Escursione facoltativa alle Rainbow Mountains
Prima colazione in hotel e intera giornata a disposizione nella capitale dell’impero Inca. A Cusco il tempo non basta mai e godersi la città in piena liberta è un lusso. Muoversi lentamente per scoprire e approfondire le mille cose viste e sentite. Pasti liberi e pernottamento.In alternativa è possibile organizzare un’escursione alle Rainbow Mountains (montagne arcobaleno) di Palcoyo. Dal 2015 le Rainbow Mountains del Perù sono state rese accessibili ai turisti e sono diventate meta di escursione di un numero sempre maggiore di visitatori. In particolare, Vinicunca è la località più
Prima colazione in hotel e intera giornata a disposizione nella capitale dell’impero Inca. A Cusco il tempo non basta mai e godersi la città in piena liberta è un lusso. Muoversi lentamente per scoprire e approfondire le mille cose viste e sentite. Pasti liberi e pernottamento.In alternativa è possibile organizzare un’escursione alle Rainbow Mountains (montagne arcobaleno) di Palcoyo. Dal 2015 le Rainbow Mountains del Perù sono state rese accessibili ai turisti e sono diventate meta di escursione di un numero sempre maggiore di visitatori. In particolare, Vinicunca è la località più nota a livello mondiale e ogni giorno si contano centinaia di visitatori. Non tutti sanno però che a soli 20 chilometri di distanza, in direzione sud, si trovano non una, ma ben tre montagne colorate. Composta da colori ocra e rossi, con strisce verdi, blu e bianche, la splendida catena montuosa di Palcoyo è meravigliosamente isolata e visitata da poche decine di viaggiatori al giorno. Raggiungerla richiede una camminata abbastanza semplice, senza grandi dislivelli, il che rende Palcoyo una validissima alternativa più accessibile rispetto al faticoso trekking verso Vinicunca. Scegliamo di recarci qui non solo perchè la località è molto meno affollata ed è di più facile accesso, ma anche perchè Palcoyo offre, a nostro giudizio, un’esperienza più autentica rispetto a Vinicunca, proprio perchè si può camminare in armonia con la natura circostante apprezzandola pienamente e non in mezzo a una fila interminabile di turisti. Per arrivare a Palcoyo sono necessarie circa 4 ore di bus da Cuzco. Una volta superato il villaggio di Combapata, si passa di fianco a un ponte risalente all’impero Inca e, dopo circa 30 minuti di camminata, si possono già osservare i primi rilievi colorati. Proseguendo la camminata in leggera pendenza per circa un’ora, si raggiungono i tre principali punti di osservazione da cui si gode della splendida vista sulla catena montuosa. I colori che si osservano a Palcoyo sono delle magnifiche, vibranti sfumature sui toni del blu, verde, giallo e rosso, dati da depositi minerari presenti nel sottosuolo: il giallo deriva dalla presenza di zolfo, il rosso dal ferro, il blu dal cobalto…Pranzo al sacco. Rientro a Cuzco nel tardo pomeriggio. Cena libera e pernottamento in hotel.
Giorno 8
Inti Raymi, tributo al Sole
Oggi è il momento in cui si svolge “l’Inti Raymi”, celebrata in occasione del solstizio d’inverno. E’ certamente uno dei più coinvolgenti, coloratissimi e partecipati eventi popolari sudamericani. Il popolo degli Incas venerava il dio Sole come massima espressione della forza celeste che aveva in mano il destino dell’uomo oltre che dell’intero universo. Da sempre il genere umano ha individuato nel sole una “potenza” cui rapportarsi per chiedere il suo intervento nel favorire l’agricoltura, fornire luce e calore. Egizi e Maya, tra gli altri, seppur in epoche, con nomi e
Oggi è il momento in cui si svolge “l’Inti Raymi”, celebrata in occasione del solstizio d’inverno. E’ certamente uno dei più coinvolgenti, coloratissimi e partecipati eventi popolari sudamericani. Il popolo degli Incas venerava il dio Sole come massima espressione della forza celeste che aveva in mano il destino dell’uomo oltre che dell’intero universo. Da sempre il genere umano ha individuato nel sole una “potenza” cui rapportarsi per chiedere il suo intervento nel favorire l’agricoltura, fornire luce e calore. Egizi e Maya, tra gli altri, seppur in epoche, con nomi e modalità diverse, erano tra coloro che identificavano nell’astro più vicino alla terra l’essere supremo da adorare e a cui rivolgere sacrifici. Nel caso specifico degli Incas, la ricorrenza particolare veniva celebrata in coincidenza col solstizio d’inverno dell’emisfero sud, giorno in cui il sole è alla massima distanza dal nostro pianeta. Gli Incas e l’Inca, astronomi e adoratori del Sole, con i riti del 24 giugno, ne propiziavano il riavvicinamento alla terra. Il problema assai sentito dal popolo andino era proprio legato al momento in cui il Sole era più lontano dalla terra. Avevano il sacro terrore che potesse continuare ad allontanarsi dal nostro pianeta sino ad abbandonare definitivamente il pianeta e i suoi figli lasciandoli senza calore, luce e soli. La festa dell’Inti Raymi aveva quindi il compito di agevolare il riaccostamento del sole per continuare a poter ricevere i suoi effetti benefici indispensabili alla vita dell’uomo. Questa celebrazione, proibita durante l’occupazione spagnola perché ritenuta sacrilega in quanto non cattolica, assume tuttora significati di ritorno ai tradizionali valori religiosi popolari e di simbolica indipendenza dagli antichi dominatori spagnoli. Per questo, ancora oggi, migliaia di indigeni provenienti dai quattro “Suyos”, le quattro direzioni, si danno appuntamento qui. Poncho antichi e coloratissimi, riti a noi non familiari e perciò molto interessanti, sacrifici, preghiere, simbolismi, danze, azioni sceniche ironiche, intreccio di lingue a volte assolutamente incomprensibili come il “quechua”… Provengono da ogni parte del Perù, si concentrano nella zona della fortezza di Sacsayhuaman nelle vicinanze di Cusco, per rinnovare ogni anno il loro legame col Sole e riaffermare la fierezza della loro autonomia culturale. Durante i festeggiamenti, i locali ballano e cantano abbigliati con i costumi tipici tradizionali che rappresentano le diverse corporazioni delle città e tribù dell’Impero Inca. In questa occasione rievocano simbolicamente l’antico rito in cui avvenivano sacrifici di animali, gestualità satiriche, danze… il tutto con modalità espressive a noi certo estranee, ma non per questo meno coinvolgenti. La festa, ovviamente, ha sostituito la propria intrinseca sostanza puramente sacra anticamente attribuita dagli adoratori del dio sole. La presenza sempre più consistente del turismo non ha però stravolto il significato storico e religioso. Non è più un’incontaminata “celebrazione”, ma resta in ogni caso una manifestazione di non banale folclore locale. Insomma, pur non avendo più l’originario carattere di genuino rito spirituale (del resto in quel caso non sarebbe stata certo consentita tale presenza di estranei), continua ad essere un’opportunità di incontro per genti provenienti da molti angoli del Paese, e una possibilità di conoscenza di un'importante tradizione popolare per noi occidentali. Anche il luogo storico in cui affluiscono migliaia di indigeni e stranieri, contribuisce a rendere lo spettacolo un “evento”. Proprio di questo si tratta, una ricorrenza che ancora oggi riesce ad essere “evento”, anche perché ha come sfondo uno scenario poderoso. Massi imponenti restano a testimoniare un antico sito che originariamente era una fortificazione con una funzione militare e religiosa. Nella grande radura pianeggiante adiacente la fortezza si svolge il culmine della rievocazione della Festa del Sole. Ma gli abitanti di Cusco riempiono anche molte strade della città. Già dalla prima parte della mattinata, in genere nei paraggi della cattedrale, inizia la festa, che di fatto è il proseguimento di quella della sera precedente, e vede coinvolte molte persone abbigliate con vestiti tradizionali. Al termine di questa fase ci si reca nei pressi della fortezza di Sacsayhuaman per assistere, da una postazione appositamente realizzata, alle rappresentazioni che rievocano l’antico rituale. Leggero lunch box per pranzo durante le celebrazioni della festa. Il resto del pomeriggio libero per approfondire qualche aspetto di Cusco che abbia particolarmente incuriosito o per girovagare in autonomia. Cena libera e pernottamento in hotel.
Giorno 9
La Fortezza di Ollantaytambo. Treno per Machu Picchu Pueblo
Partenza con il nostro mezzo privato attraverso i bei paesaggi della Valle Sacra degli Inca, diretti alla cittadina di Ollantaytambo, tipico esempio della pianificazione urbana degli inca, ancora abitato come in passato. Ollantaytambo, l’accesso occidentale alla Valle Sacra, il più rappresentativo villaggio della valle, chiamato semplicemente Ollanta, è sovrastato dalla fortezza inca. E’ un grande sito archeologico che, benché sia denominato "fortezza", fu un "tambo", città di ristoro e alloggio per comitive che intraprendevano lunghi viaggi. Il tracciato delle strade acciottolate, le
Partenza con il nostro mezzo privato attraverso i bei paesaggi della Valle Sacra degli Inca, diretti alla cittadina di Ollantaytambo, tipico esempio della pianificazione urbana degli inca, ancora abitato come in passato. Ollantaytambo, l’accesso occidentale alla Valle Sacra, il più rappresentativo villaggio della valle, chiamato semplicemente Ollanta, è sovrastato dalla fortezza inca. E’ un grande sito archeologico che, benché sia denominato "fortezza", fu un "tambo", città di ristoro e alloggio per comitive che intraprendevano lunghi viaggi. Il tracciato delle strade acciottolate, le piazze e le fondamenta delle case sono di origine Inca e mostrano una delle più significative manifestazioni dell’urbanistica di quell’epoca. Dal XIII secolo le sue viuzze, gli edifici in pietra, le opere di canalizzazione per l’irrigazione, le elaborate fiancate montane, fanno da contorno alle rovine della fortezza. Questa, pur essendo un’opera di difesa militare, era ed è ancora considerata anche luogo sacro. Pranzo in ristorante. Nel pomeriggio partenza in treno turistico per Machu Picchu Pueblo. Arrivo e sistemazione in hotel. Cena libera e pernottamento. NB: Sul treno si può portare solo il bagaglio a mano con lo stretto necessario per una notte (max 5 kg per persona). Il bagaglio principale potrà essere lasciato in deposito in hotel.
Giorno 10
Machu Picchu, "La città perduta degli Incas"
Presto al mattino partenza in direzione di Machu Picchu Ruinas a bordo dei bus che collegano Machu Picchu Pueblo all’ingresso del sito archeologico. Nel luglio del 1911 l’antropologo-storico statunitense Bingham sale su un altipiano dove gli abitanti della zona da sempre sapevano che esistevano i resti della “città perduta degli Incas”. Vi arriva su segnalazione ed accompagnato da un contadino della zona, Melcho Arteaga. Uno degli aspetti curiosi della vicenda sta nel fatto che nessuno ancora conosce il nome vero della “ciudad perdida”. Neppure i successivi scavi e restauri hanno
Presto al mattino partenza in direzione di Machu Picchu Ruinas a bordo dei bus che collegano Machu Picchu Pueblo all’ingresso del sito archeologico. Nel luglio del 1911 l’antropologo-storico statunitense Bingham sale su un altipiano dove gli abitanti della zona da sempre sapevano che esistevano i resti della “città perduta degli Incas”. Vi arriva su segnalazione ed accompagnato da un contadino della zona, Melcho Arteaga. Uno degli aspetti curiosi della vicenda sta nel fatto che nessuno ancora conosce il nome vero della “ciudad perdida”. Neppure i successivi scavi e restauri hanno apportato elementi utili alla conoscenza della sua denominazione. Per tutti, dalla “scoperta” sarà solo “Machu Picchu”, che è la definizione della montagna su cui nel XV secolo fu edificata “l’ultima città degli Incas”. Costruita tra i picchi delle Ande è rimasta in parte sepolta dalla vegetazione. Ma il motivo vero per cui non era stata ritrovata dagli occidentali, sta nel semplice fatto che i resti non sono visibili dal basso, dalla vallata dell'Urubamba. Gli Incas eseguirono opere monumentali di alto livello architettonico, che né il tempo né le calamità naturali sono riusciti a intaccare completamente. Simmetria e solidità, sofisticate tecniche costruttive della pietra dura, sono i principi in base ai quali furono edificate strutture destinate a resistere nei secoli. Passeggeremo nei luoghi più importanti attorniati da abitazioni, terrazzamenti, osservatori, monoliti, sentieri, piazze, quartieri religiosi, templi, cimiteri, mura. Pranzo in corso di escursione. Al termine della visita rientro a Machu Picchu Pueblo e nel pomeriggio rientro in treno a Ollantaytambo o Poroy e proseguimento in bus per Cuzco. Arrivo e sistemazione in hotel. Cena libera e pernottamento. NB: vi preghiamo di leggere attentamente nella sezione “Bene a Sapersi” le nuove misure entrate in vigore per la regolamentazione dell’accesso al sito archeologico di Machu Picchu, allo scopo di preservare questo ambiente unico sia dal punto di vista storico che naturale.
Giorno 11
La Valle Sacra degli Incas con Moray e le saline di Maras nel pomeriggio volo per Lima
Prima colazione. La giornata è dedicata all'escursione in alcuni villaggi andini nella Valle Sacra: Chinchero, Moray e le saline di Maras.Chinchero, “il posto dove nasce l’arcobaleno”, è un luogo delizioso. Chiesa coloniale, resti inca, locali in abiti tradizionali, terrazzamenti… nulla manca per una piacevole sosta. Moray, strano luogo ad una quarantina di chilometri da Cuzco, è stato scoperto negli anni ’30 dello scorso secolo attraverso foto aeree che hanno individuato quei cerchi concentrici. In sostanza si tratta di terrazzamenti circolari concentrici realizzati scavando il
Prima colazione. La giornata è dedicata all'escursione in alcuni villaggi andini nella Valle Sacra: Chinchero, Moray e le saline di Maras.Chinchero, “il posto dove nasce l’arcobaleno”, è un luogo delizioso. Chiesa coloniale, resti inca, locali in abiti tradizionali, terrazzamenti… nulla manca per una piacevole sosta. Moray, strano luogo ad una quarantina di chilometri da Cuzco, è stato scoperto negli anni ’30 dello scorso secolo attraverso foto aeree che hanno individuato quei cerchi concentrici. In sostanza si tratta di terrazzamenti circolari concentrici realizzati scavando il terreno per un centinaio di metri verso il basso formando una sorta di enorme vasca a gradoni, con cerchi più grandi che vanno man mano restringendosi più in fondo. Il posto è esteticamente significativo, ma ancor più importante sembra essere la motivazione della bizzarra realizzazione. Questi andenerías, terrazzamenti, sarebbero serviti per creare più microclimi, tanti quanti sono i livelli di scavo. Si tratterebbe di laboratori-serre per sperimentazioni agricole utili a individuare le stagioni migliori per impiantare vari tipi di coltivazioni nelle diverse regioni del Perù. I terrazzamenti, realizzati scavando il terreno e costruendo mura di contenimento, erano irrigati con complesse canalizzazioni. Permettevano la coltivazione di circa 250 specie vegetali, grazie ai variegati microclimi. Altri studi sembrano invece dimostrare che fosse un centro astronomico finalizzato allo studio delle stagioni, che analizzava le variazioni della luce solare e delle ombre delle alture circostanti. A Maras osserviamo pendici montane decorate da migliaia di piccoli appezzamenti allagati delimitati da muretti di contenimento. Potrebbero sembrare risaie, ma il colore biancastro di quegli infiniti rettangoli pieni d’acqua ci conferma che si tratta di saline. L’origine di quel sale non ha bisogno di interpretazioni, perché più in alto vi è una sorgente d’acqua calda con elevato contenuto salino incanalata nelle pozze. L’evaporazione dell’acqua fa emergere il sale che da centinaia di anni è raccolto manualmente dai locali. Pranzo in corso di escursione e nel pomeriggio trasferimento in aeroporto e partenza per Lima. Arrivo e sistemazione in hotel. Cena libera e pernottamento.
Giorno 12
Partenza da Lima per l'Italia
Dopo la colazione trasferimento in aeroporto e partenza per l’Italia. Pasti e pernottamento a bordo.
Giorno 13
Arrivo in Italia
Arrivo in Italia. Lago Titicaca 2. LimaMachu Picchu