Giorno 1
Volo dall'Italia per l'Arabia Saudita
Partenza da Milano Malpensa per l’Arabia Saudita con volo di linea diretto o via scalo internazionale. Cena a bordo e arrivo in tarda serata a Riyadh. Accoglienza da parte del corrispondente locale dopo il disbrigo delle pratiche doganali. Trasferimento privato in hotel e pernottamento. NB: per chi partisse da Roma o da altri aeroporti italiani, possibilità di prenotare il volo domestico di collegamento o di unirsi al gruppo all’aeroporto di scalo, se previsto, con suppl. tariffario.
Giorno 2
Partenza per Shaibaitah, inzio della nostra spedizione del "Quarto vuoto"
Prima colazione e visita della parte più moderna della capitale saudita. Di particolare richiamo è la Kingdom Tower, un grattacielo alto 311 metri e probabilmente l’immagine più iconica di Riyadh. Nel 2002 ha vinto un prestigioso premio internazionale per il suo design, caratterizzato da un ponte che collega le due sommità dell’edificio, formando un triangolo sospeso. Noi abbiamo previsto la salita fino all’ultimo piano, per avere un punto di vista privilegiato sulla città. Il pranzo libero potrà essere consumato qui oppure direttamente in aeroporto, a seconda dell’orario
Prima colazione e visita della parte più moderna della capitale saudita. Di particolare richiamo è la Kingdom Tower, un grattacielo alto 311 metri e probabilmente l’immagine più iconica di Riyadh. Nel 2002 ha vinto un prestigioso premio internazionale per il suo design, caratterizzato da un ponte che collega le due sommità dell’edificio, formando un triangolo sospeso. Noi abbiamo previsto la salita fino all’ultimo piano, per avere un punto di vista privilegiato sulla città. Il pranzo libero potrà essere consumato qui oppure direttamente in aeroporto, a seconda dell’orario in cui verrà organizzata una piccola sorpresa. Si tratta di un incontro con una personalità della società saudita, per avere, da un punto di vista senz’altro privilegiato, un’idea del Paese che, per diversi aspetti, non è così facile da comprendere. Per motivi di privacy non ci è possibile dare maggiori dettagli e ovviamente tale incontro è suscettibile di variazioni anche all’ultimo momento.Trasferimento nel primo pomeriggio in aeroporto. Partenza con volo domestico per Tabuk, importante centro commerciale non distante dal confine con la Giordania, nel nord ovest del Paese. All’arrivo trasferimento privato in hotel, dove ci aspetterà la cena, e pernottamento.
Giorno 3 - 4
Dune e laghi nel deserto
Il geografo greco Tolomeo, in alcune sue opere, fa cenno ad una località chiamata "Tabawa", situata nella parte nord occidentale della Penisola Arabica, che sembra coincidere con la Tabuk odierna. Negli ultimi anni la città è letteralmente esplosa a livello urbanistico ed è cresciuta molto a livello economico e commerciale. Soprattutto, è il principale punto di partenza per la regione del nord ovest, una delle più affascianti dell’Arabia Saudita, ricca di vestigia nabatee e inserita in un ambiente naturale di rara bellezza. Partiamo quindi a bordo di mezzi 4x4 verso ovest: dopo circa
Il geografo greco Tolomeo, in alcune sue opere, fa cenno ad una località chiamata "Tabawa", situata nella parte nord occidentale della Penisola Arabica, che sembra coincidere con la Tabuk odierna. Negli ultimi anni la città è letteralmente esplosa a livello urbanistico ed è cresciuta molto a livello economico e commerciale. Soprattutto, è il principale punto di partenza per la regione del nord ovest, una delle più affascianti dell’Arabia Saudita, ricca di vestigia nabatee e inserita in un ambiente naturale di rara bellezza. Partiamo quindi a bordo di mezzi 4x4 verso ovest: dopo circa un’ora lasciamo l’asfalto e ci inoltriamo nella Hisma Valley. Il paesaggio assomiglia molto a quello del vicino deserto del Wadi Rum, in Giordania, con dune di sabbia e imponenti formazioni rocciose, faraglioni di roccia e qualche insediamento beduino, con i quali, con un po' di fortuna, potremo condividere del chai o del caffè aromatizzato al cardamomo. Gli scorci grandiosi che si aprono sono sempre diversi e inaspettati. Attraverseremo questa porzione di deserto da sud verso nord, fino a ricongiungerci con la strada asfaltata che ci porta a Madyan. Questo sito archeologico è un piccolo gioiello nascosto, perché fuori da ogni itinerario turistico e perché ci offre subito un’idea della stratificazione culturale e architettonica di quest’area, e di quanto fosse importante ai tempi delle rotte commerciali. Quest’area, infatti, si trova in posizione strategica: a metà strada tra Mada’in Saleh e Petra, ma anche vicino ad Aqaba e al Mar Rosso. I reperti più antichi risalgono al II millennio a.C. e la tradizione vuole che Mosè, fuggendo dall’Egitto, si rifugiò proprio nell’area desertica di Madyan, dove gli venne affidato da Dio il compito di tornare in Egitto per liberare il popolo ebraico. Agli edifici più antichi, scavati nella roccia, si sovrappongono le tombe dei nebatei, nell’area di Mugha'ir Shu'ayb. La necropoli conta circa una trentina di tombe, alcune delle quali decorate con colonne e capitelli che sembrano ispirarsi allo stile greco. A differenza di Petra, qui è possibile affacciarsi all’interno e vedere chiaramente i singoli luoghi sepolcrali. Ormai mancano pochi chilometri per affacciarsi sul Mar Rosso, dove potremo trovare un buon posto per il pranzo a picnic. In quest’area attraverseremo con i fuoristrada il primo tratto del Wadi Tayyb, un canyon che si inoltra tra alte pareti di granito verso il massiccio di Tayeb Al-Ism. Tempo permettendo, potremo fare una breve passeggiata. Riprendiamo la strada principale verso sud, costeggiando il Golgo di Aqaba per una strada poco frequentata e che regala scorci selvaggi e struggenti. Spiagge incontaminate, mare cristallino, colline aspre e desertiche, spesso spazzate dal vento. Ed è proprio su una di queste spiagge che, nel 1960, fece un atterraggio di emergenza un idrovolante Catalina, appartenente al miliardario americano Thomas Kendall. Originario della California, Kendall aveva iniziato un anno prima un viaggio intorno al mondo con la sua famiglia a bordo dell’idrovolante. Il 22 di marzo si trovava nei pressi del promontorio di Ras Al Sheikh Hamid, poco distante da Sharm-el-Sheikh, quando un gruppo di miliziani beduini, scambiandolo per un areo spia israeliano, aprirono il fuoco. Il velivolo fu perforato da più di 300 colpi e dovette atterrare, schiantandosi sulla spiaggia. Kendall e la sua famiglia riuscirono a sopravvivere e, dopo essere stati portati a Jeddah, furono liberati; il Catalina, invece, è rimasto sulle spiagge, spezzato in due, ed è oggi un piccolo richiamo per i visitatori, affascinati dalla storia avventurosa che rappresenta. Ci riuniamo sulla strada principale fino a raggiungere il nostro hotel, appena fuori la città di Sharma. Cena e pernottamento. NB: la zona ha una scarsissima presenza di strutture ricettive e i pochissimi hotel presenti possono essere requisiti per ospitare le autorità o i loro ospiti, anche senza congruo preavviso. Pertanto, in questo caso, il pernottamento sarà spostato presso la città di Duba.
Giorno 5 - 9
Nel cuore del Rub'al Khali
Due giornate davvero intense nell’Oasi di AlUla. Uno di quei luoghi al mondo in cui abbiamo imparato ad apprezzare il tempo lento da dedicare, per non perdere nessuna occasione e neppure la magia che avvolge questi posti. Inizieremo le visite dopo le colazioni al campo, i pranzi li prevediamo sempre in tipiche farm locali e le cene al nuovamente al campo tendato. Iniziamo da “Lei”, tanto attesa: Mada'in Saleh. Un luogo di profonda bellezza e carico di suggestioni per il connubio estremo tra la natura e l’opera dell’uomo. Primo sito patrimonio Unesco dell’Arabia Saudita, nel 2008,
Due giornate davvero intense nell’Oasi di AlUla. Uno di quei luoghi al mondo in cui abbiamo imparato ad apprezzare il tempo lento da dedicare, per non perdere nessuna occasione e neppure la magia che avvolge questi posti. Inizieremo le visite dopo le colazioni al campo, i pranzi li prevediamo sempre in tipiche farm locali e le cene al nuovamente al campo tendato. Iniziamo da “Lei”, tanto attesa: Mada'in Saleh. Un luogo di profonda bellezza e carico di suggestioni per il connubio estremo tra la natura e l’opera dell’uomo. Primo sito patrimonio Unesco dell’Arabia Saudita, nel 2008, anche conosciuto con il nome di Al Hijr, era nota ai tempi degli antichi greci, grazie alla testimonianza di Strabone, come Hegra. Sembra che i primi insediamenti risalgano attorno all’ VIII secolo a.C., ma è sotto il regno dei Nabatei che la città si espanse e, tra il 100 a.C. e il 75 d.C., furono realizzate tutte le principali opere che caratterizzano il sito. I Nabatei regnavano da Damasco a Gaza fino alle frontiere con lo Yemen, per conoscere poi un inesorabile declino con l’arrivo dei Romani, che conquistarono l’area corrispondente oggi alla Giordania per prendere il controllo delle principali rotte commerciali che in quest’area confluivano, dalla via della Seta a quella dell’Incenso, proveniente proprio dalla penisola Arabica. Ormai è accertato da alcuni ritrovamenti che fin qui si spinsero le truppe le truppe dell’imperatore Traiano, e che l’area probabilmente fece parte della provincia dell’Arabia Petrea, con capitale Petra. I grandi sepolcri, con architetture ben squadrate ricavate dalle pareti delle formazioni rocciose, conferiscono all'intero paesaggio un aspetto surreale. La più imponente delle tombe è la Qasr Farid, contraddistinta da una massiccia facciata monumentale e forse l’immagine più iconica del sito. La tomba era stata fatta costruire per un valoroso condottiero che, a quanto pare, morì in battaglia senza mai riuscire ad usufruire del luogo predisposto. A differenza di Petra, qui non vennero sepolti i re nabatei, ma altre importanti personalità. Per chi ha già visitato il sito giordano, l’emozione resta comunque intatta. Perché qui non ci sono stretti siq per raggiungere i luoghi sepolcrali, che sono tutti esposti lungo la vallata di Al Ula, affacciati verso il deserto e grandi orizzonti. Anche la lontananza dai centri abitati, dalle stesse strutture turistiche, comunque poche, contribuisce alla sensazione di spaesamento e meraviglia, nel vedere opere umane così raffinate in un luogo così remoto. Da visitare anche il Diwan, sala del parlamento nabateo, costituita da un'immensa stanza ricavata nel cuore della roccia (e qui sì potremmo attraversare un piccolissimo siq) e visita alla Hijaz Railway station, la stazione della linea ferroviaria ottomana distrutta da Lawrence d’Arabia, che proprio qui aveva una sua fermata (attualmente la stazione è in fase di restauro e potrebbe essere chiusa).AlUla non è solamente Hegra. Faremo un piccolo salto indietro nel tempo, recandoci in un sito abitato prima dell’arrivo dei nabatei: a Dedan. La vecchia capitale del regno di Lihyan, citata nell’antico testamento e la cui origine sembra provenire più a sud, visse il suo splendore dal VI al II secolo a.C., quanto subirono l’influsso dei nabatei. La loro fortuna fu l’attività intensiva di irrigazione che gli consentiva, grazie anche ad una maggiore presenza di acqua, di coltivare la terra della vallata di Al Ula e, allo stesso, tempo, si dedicarono al commercio: incenso, mirra, spezie provenienti dall’Arabia meridionale. Il popolo lihyanita fu noto anche agli antichi romani, tanto che Plinio si riferisce all’odierno golfo di Aqaba, proprio come Golfo di Lihyan. Oggi sono visibili centinaia di tombe, la cui più celebre è la tomba dei Leoni, per le decorazioni ai lati dell’ingresso che simboleggiavano probabilmente lo status e il potere del defunto, mentre altre tesi affermano che fossero le teste dei leoni fossero state scolpite per proteggere il sonno dei morti. Un altro sito stupefacente è Ikhmah, poco distante, dove si trova la famosa “biblioteca all’aperto”, dove sono state rinvenute antiche iscrizioni, in realtà disseminate un po' ovunque nell’area di AlUla. Le più antiche risalgono tra il IX e il X secolo a.C., e percorrono tutta la storia degli abitanti della regione e delle carovane che passano di qui: troviamo scritte in aramaico, tamudico, dadanitico, nabateo, greco, romano e arabo. C’è poi la visita della vecchia AlUla. Il centro, abitato fino alla fine del XX secolo, è noto come Ad-Deerah; in fase di parziale restauro, è costituito da una serie di case in argilla (ce ne sono fino ad un migliaio) anche su due o tre piani, dominate da un forte. Spostandoci sempre con i 4x4, abbiamo la possibilità di inoltrarci con più facilità in aree più appartate, desertiche o panoramiche che possono cambiare di viaggio in viaggio. Perché ad AlUla non si smette mai, per la sua ricchezza naturalistica e culturale, di scoprire percorsi e scorci nuovi. Tra i più celebri c’è per esempio l’Elephant Rock, un’enorme formazione di arenaria che ricorda la silhouette di un elefante. Nei suoi pressi è possibile prendere un aperitivo, magari al tramonto quando i colori della roccia si infiammano. Modellate dal vento, scolpite dall’acqua, le pareti di roccia, le guglie, le torri che emergono dalle sabbie di questa zona sono la scenografia perfetta che segnano il connubio tra opera dell’uomo e quella della natura. Anche The Arch, in una zona più distante dall’oasi, è tra le rocce più iconiche che potremmo visitare; oppure potremmo finire la giornata all’Harrat Viewpoint, da dove ammirare Dedan, AlUla e i palmeti dall’alto.
Giorno 10
Arrivo a Najaran, antico crocevia di popoli, merci e religioni
Giorno 11
L'arte rupestre di Bir Hima (unesco), il sito archeologico di Al Ukhdud e il mercato di Najran
Giorno 12
Volo per AlUla
Giorno 13
Hegra e concerto
Prima colazione in hotel e giornata dedicata alla visita di Riyadh. Capitale dal 1932, è oggi una città moderna e funzionale, costellata da palazzi avveniristici e mirabolanti grattacieli, e conta più di 6 milioni di abitanti. Si trova a circa 600 metri di altezza, sull’altopiano del Najd, circondata da deserti roventi. Sono presenti più di 4.300 moschee e, per chi non è musulmano, la pratica della propria religione deve avvenire in luoghi privati. Iniziamo con la vecchia città di Diriyyah, che si trova a circa 20 km dal centro. È uno dei siti archeologici più importanti, da cui
Prima colazione in hotel e giornata dedicata alla visita di Riyadh. Capitale dal 1932, è oggi una città moderna e funzionale, costellata da palazzi avveniristici e mirabolanti grattacieli, e conta più di 6 milioni di abitanti. Si trova a circa 600 metri di altezza, sull’altopiano del Najd, circondata da deserti roventi. Sono presenti più di 4.300 moschee e, per chi non è musulmano, la pratica della propria religione deve avvenire in luoghi privati. Iniziamo con la vecchia città di Diriyyah, che si trova a circa 20 km dal centro. È uno dei siti archeologici più importanti, da cui deriva la dinastia saudita; servì anche da capitale dell’Emirato di Diriyyah sotto la prima dinastia saudita dal 1744 al 1818. Dal 2010 il distretto di Turaif, ovvero il nucleo centrale dove si trovano palazzo Salwa e il palazzo Saad Bin Saud, è patrimonio dell’umanità Unesco. Tutti gli edifici, circondati da mura e torri di avvistamento, sono costruiti in mattoni a crudo e fortunatamente i recenti restauri ne hanno conservato, per visibili tratti, l’originalità. Il sito è un autentico museo a cielo aperto e senz’altro una piccola sorpresa, in una città moderna come Riyadh e che potrebbe sembrare nata dal nulla in mezzo al deserto. (Segnaliamo che la città di Diriyyah è stata chiusa improvvisamente verso metà novembre 2021. Sara quindi visitabile solamente dall’esterno. Noi ci recheremo comunque sul posto, dove la guida fornirà degli approfondimenti culturali). Pranzo libero in uno dei numerosi locali della zona pedonale. Rientrando in città, visitiamo il Museo Nazionale, inaugurato nel 1999 per celebrare il centenario dell'unificazione saudita. Le sale espositive contengono testimonianze e reperti dall’età della pietra all’Arabia moderna.Ci inoltriamo poi nel Dira Souq, famoso per la sua varietà di vecchi oggetti in rame e ottone, tra cui pugnali d'argento, gioielli e abiti beduini. Entrando dall'accesso principale, si sente sempre il profumo del legno di sandalo. Infine, il forte Musmak, costruito durante il regno di Abdullah bin Rashid nel 1895. Questo edificio, caratterizzato da spesse mura in argilla e da quattro torri di avvistamento, ebbe un ruolo importante nella storia del regno, poiché fu qui che la riconquista di Riyad, guidata da Ibn Saud, avvenne il 14 gennaio 1902. A seconda delle ore di luce della stagione in cui ci troviamo, sarà possibile vederlo anche illuminato, alla nostra uscita. Rientro in hotel e cena in ristorante locale. NB: L’ordine delle visite di Riyadh può cambiare ed alcune di esse essere spostate anche al giorno successivo (per esempio nel caso di volo con scalo, arrivando più tardi la notte, è preferibile dedicare qualche ora al riposo prima di iniziare le visite).
Giorno 14
Medina e Jeddah
Giorno 15
Partenza