Giorno 1
Italia - Jakarta
Partenza da Milano Malpensa con voli di linea Singapore Airlines per Jakarta, con scalo intermedio a Singapore. Pasti e pernottamento a bordo.
Giorno 2
da Jakarta a Padang, sulla costa occidentale dell'isola di Sumatra
Arrivo a Jakarta in tarda mattinata, disbrigo delle formalità d’ingresso nel paese e check-in per il successivo volo domestico per Padang. Arrivo nel tardo pomeriggio sull’isola di Sumatra, accoglienza in aeroporto e incontro con la guida locale. Trasferimento in un confortevole hotel e sistemazione in camere con servizi privati. Resto della giornata a disposizione per relax, serata libera e pernottamento.Pasti liberi, pernottamento in hotel.
Giorno 3
Traversata in mare verso l'isola di Siberut e risalita lungo il fiume per il villaggio Mentaway
Al mattino molto presto trasferimento al vicino porto e imbarco sul ferry che in circa 4h di navigazione veloce approda sull’isola di Siberut, facente parte dell’arcipelago delle isole Mentawai, più o meno a 90 km dalla costa occidentale di Sumatra.Una volta sbarcati a Muara Siberut, il modesto porto marittimo che funge da unico punto di accesso all’isola, incontro con lo staff locale e – caricati su un veicolo bagagli e attrezzature per i prossimi giorni – si allestisce il pranzo in una casa locale. N.B. i tempi di navigazione dipendono dalle condizioni meteo e dal mare, oltre che
Al mattino molto presto trasferimento al vicino porto e imbarco sul ferry che in circa 4h di navigazione veloce approda sull’isola di Siberut, facente parte dell’arcipelago delle isole Mentawai, più o meno a 90 km dalla costa occidentale di Sumatra.Una volta sbarcati a Muara Siberut, il modesto porto marittimo che funge da unico punto di accesso all’isola, incontro con lo staff locale e – caricati su un veicolo bagagli e attrezzature per i prossimi giorni – si allestisce il pranzo in una casa locale. N.B. i tempi di navigazione dipendono dalle condizioni meteo e dal mare, oltre che della rotta poiché talvolta il ferry effettua uno scalo intermedio prima di Siberut.Raggiunto il porticciolo fluviale, a bordo di una imbarcazione a motore, inizia la navigazione di circa 2h risalendo il fiume attraverso una natura rigogliosa e selvaggia, fino a raggiungere un approdo nelle vicinanze di un villaggio di etnia Mentawai. N.B. Anche la navigazione fluviale potrebbe essere più lunga o più breve a seconda della profondità dell'acqua e della corrente del fiume. All’arrivo, con l’aiuto dello staff e di portatori, lasciamo il fiume per addentrarci fino al villaggio. Con un piccolo trekking ci si inoltra all’interno della fitta foresta, su un terreno umido, fangoso e spesso scivoloso, tra palme di sago e la vegetazione lussureggiante. Sull’isola non esistono strade, gli spostamenti avvengono principalmente per vie fluviali, in piroga, e a piedi. Si raggiunge la radura dove sorge il villaggio e subito spiccano le case tradizionali, in lingua locale uma mentawai, delle long-house in legno erette su palafitta per scongiurare terreno umido e acqua piovana, con tetto di foglie intrecciate. Al riparo della tettoia, nella parte anteriore della uma dedicata all’accoglienza comune degli ospiti, verranno allestiti i lettini da campo per la notte, dotati di zanzariera. Non esistono bagni, in nessun modo in cui li potremmo intendere; il bagno può essere ovunque nella natura. Così come al mattino ci si lava nei ruscelli. Lo staff curerà i pasti, acqua imbottigliata a disposizione, pernottamento al villaggio nella casa tradizionale.Colazione in hotel o al sacco, pranzo e cena al campo nel villaggio.
Giorno 4 - 5
L'esperienza antropologica: uno spaccato di vita quotidiana con i Mentawai
Al mattino presto inizia la nostra esperienza col popolo Mentawai. L’isola di Siberut ha circa il 50% del territorio ricoperto di foresta pluviale e il suo enorme patrimonio biologico è stato dichiarato Riserva della Biosfera Unesco. L’isola ospita la maggior parte dell’etnia Mentawai e quasi tutti i villaggi sono in prossimità dei fiumi o del mare, per via dell’acqua che agevola lo spostamento da un villaggio all’altro. Infatti, al di là delle attività quotidiane, le relazioni sociali per i mentawai sono molto importanti: essi si spostano per far visita a parenti o amici,
Al mattino presto inizia la nostra esperienza col popolo Mentawai. L’isola di Siberut ha circa il 50% del territorio ricoperto di foresta pluviale e il suo enorme patrimonio biologico è stato dichiarato Riserva della Biosfera Unesco. L’isola ospita la maggior parte dell’etnia Mentawai e quasi tutti i villaggi sono in prossimità dei fiumi o del mare, per via dell’acqua che agevola lo spostamento da un villaggio all’altro. Infatti, al di là delle attività quotidiane, le relazioni sociali per i mentawai sono molto importanti: essi si spostano per far visita a parenti o amici, passando ore a chiacchierare nelle uma, bevendo thè e fumando, mantenendo vivi i rapporti all’interno dei clan e rafforzando quelli con le altre comunità. Gli anziani e molti uomini adulti nei villaggi vestono ancora un piccolo perizoma rosso (kabit) che copre le parti intime, una fascia di perline colorate in testa ed esibiscono molti tatuaggi sul corpo. Anche le donne si tatuano; ciascun clan ha i propri simboli, che aumentano sul corpo con la crescita dell’individuo e delle sue esperienze maturate in vita. Tutti i membri del clan abitano nella stessa uma, in ciascuna c’è un ambiente sacro in cui vengono offerti i sacrifici agli spiriti e uno dove si conservano i trofei di caccia (sovente teschi di scimmia) che attestano la bravura del cacciatore.I Mentawai allevano maiali e pollame, praticano una blanda agricoltura – soprattutto taro e tapioca – e raccolgono i frutti che la foresta offre. Ma la loro sopravvivenza dipende essenzialmente dalla palma di sago, che resta alla base della loro dieta alimentare.In questi giorni di convivenza avremo l’opportunità di osservare e condividere le loro attività, in primis l’utilizzo della palma di sago per l’ottenimento della farina, alimento primario, e la ricerca delle larve che vivono nelle palme medesime e rappresentano un importante apporto proteico alla loro povera dieta. Si esplorerà la foresta alla ricerca di cibo, raccogliendo ragni e insetti ovvero mediante battuta di caccia con arco e frecce avvelenate assistendo anche alla preparazione della mistura velenosa per la punta delle frecce. E se gli uomini si occupano della caccia, alle donne spetta la pesca, praticata in un modo inusuale: entrando nude in acqua si cingono la vita con un gonnellino provvisorio, fatto con foglie di banano, che serve loro per ‘mimetizzarsi’ e confondere granchi e pesciolini che, nuotando in superficie, non percepiscono la presenza e non scappano, mentre le donne con un’abilità incredibile li pescano con le mani! In questi due giorni seguiremo il ciclo del sole, dall’aurora al crepuscolo, senza corrente elettrica e altre comodità. Una lezione di antropologia dal vivo, un ritorno a un’epoca primordiale e a uno stile di vita intimamente connesso con la natura. Una natura ricca di spiriti, che essi rispettano così come le anime degli antenati; gli sciamani (kerei), che possono essere indistintamente uomini o donne, si tatuano con simboli ben precisi, che li mettono in contatto col mondo degli spiriti, e si tramandano l’arat, ossia i segreti della medicina e tutto il sapere cerimoniale del loro popolo. Il valore antropologico dei Mentawai sta nell’aver preservato finora la propria identità culturale in un ambiente naturale incontaminato, tutto ciò grazie a un prolungato isolamento geografico, per via delle forti correnti marine che abbracciano l’isola di Siberut e alla difficile accessibilità dell’interno.Tutti i pasti vengono preparati dallo staff, con i viveri e le attrezzature portate da Padang. Non mancherà occasione di raccogliere frutta fresca e…di togliersi lo sfizio di assaggiare le larve di sago! Ovviamente le attività di queste giornate sono subordinate anche alle condizioni meteo. Pernottamenti al villaggio.Pranzi e cene al villaggio, pernottamenti in casa tradizionale.
Giorno 6
Da Muara Siberut a Padang, di ritorno sull'isola di Sumatra
Al mattino, salutata l’ospitale comunità Mentawai, si ridiscende il fiume fino a Muara Siberut. Nel primo pomeriggio ci imbarchiamo sul traghetto per Padang. Sesta isola del mondo per estensione, e terza dell'arcipelago indonesiano, Sumatra è caratterizzata da una natura selvaggia, forte e, per buona parte ancora incontaminata, dove sopravvivono tradizioni e culture antiche. A Sumatra vi sono un centinaio di vulcani, 15 dei quali ancora in attività che spesso superano 3.000 metri di altezza. Accoglienza all’arrivo, trasferimento in un ristorante per la cena libera e poi sistemazione in
Al mattino, salutata l’ospitale comunità Mentawai, si ridiscende il fiume fino a Muara Siberut. Nel primo pomeriggio ci imbarchiamo sul traghetto per Padang. Sesta isola del mondo per estensione, e terza dell'arcipelago indonesiano, Sumatra è caratterizzata da una natura selvaggia, forte e, per buona parte ancora incontaminata, dove sopravvivono tradizioni e culture antiche. A Sumatra vi sono un centinaio di vulcani, 15 dei quali ancora in attività che spesso superano 3.000 metri di altezza. Accoglienza all’arrivo, trasferimento in un ristorante per la cena libera e poi sistemazione in hotel, dove apprezzare una bella doccia e un buon letto per la notte.Pranzo in casa locale, cena libera, pernottamento in hotel.
Giorno 7
In volo a Medan, sullo stretto di Malacca, e infine il lago Toba e l'isola di Samosir
In mattinata transfer in aeroporto per il volo su Medan, la più importante città di Sumatra, sulla costa nord-orientale dell’isola, affacciata sullo Stretto di Malacca di fronte alla Malesia continentale. Il nord di Sumatra è sicuramente la regione più visitata dell’isola poiché offre incredibili laghi, vulcani e diversi gruppi etnici, dei quali il più numeroso è quello dei malesi stanziati sulla costa affacciata sullo Stretto di Malacca, seguito dai gruppi batak che vivono sugli altopiani intorno a Danau Toba e Pullau Samosir. Accoglienza da parte dello staff e della guida locale e
In mattinata transfer in aeroporto per il volo su Medan, la più importante città di Sumatra, sulla costa nord-orientale dell’isola, affacciata sullo Stretto di Malacca di fronte alla Malesia continentale. Il nord di Sumatra è sicuramente la regione più visitata dell’isola poiché offre incredibili laghi, vulcani e diversi gruppi etnici, dei quali il più numeroso è quello dei malesi stanziati sulla costa affacciata sullo Stretto di Malacca, seguito dai gruppi batak che vivono sugli altopiani intorno a Danau Toba e Pullau Samosir. Accoglienza da parte dello staff e della guida locale e proseguimento per Parapat (circa 3h30), sulle sponde del Danau Toba (il lago Toba). Dalle pianure costiere si risale pian piano, attraverso piantagioni di cacao e palme da olio, fino a oltre 900 metri su un altopiano. Parapat è il principale punto di partenza per le escursioni sul lago e dei traghetti di linea che collegano la località all’isola di Samosir. Dopo una traversata di circa 40 minuti si sbarca alla località di Tuk Tuk, da qui in pochi minuti si raggiunge un confortevole hotel fronte lago e sistemazione per la notte. Pranzo in un ristorante locale, cena e pernottamento in hotel.
Giorno 8
l'isola di Samosir, nel più grande lago vulcanico del mondo, e la cultura Batak (villaggi, tombe reali e megaliti)
Intera giornata dedicata alla visita dell’isola. Il Danau Toba, situato a 900 metri, si è formato nella caldera di un super vulcano, che eruttò circa 70.000 anni fa. La sua esplosione fu una delle più catastrofiche della Terra; strati di cenere e materiali si depositarono anche a migliaia di chilometri di distanza e la nube di particelle che avvolse il pianeta oscurò il sole per settimane, determinando la variazione del clima e impattando irrimediabilmente su tutti gli ecosistemi. Tutto intorno al lago e nel nord dell’isola vivono i Batak che, tra le popolazioni di Sumatra, sono tra i
Intera giornata dedicata alla visita dell’isola. Il Danau Toba, situato a 900 metri, si è formato nella caldera di un super vulcano, che eruttò circa 70.000 anni fa. La sua esplosione fu una delle più catastrofiche della Terra; strati di cenere e materiali si depositarono anche a migliaia di chilometri di distanza e la nube di particelle che avvolse il pianeta oscurò il sole per settimane, determinando la variazione del clima e impattando irrimediabilmente su tutti gli ecosistemi. Tutto intorno al lago e nel nord dell’isola vivono i Batak che, tra le popolazioni di Sumatra, sono tra i più interessanti e che senza dubbio vale la pena di conoscere per la complessa cultura, con calendari e testi cosmologici scritti in un alfabeto indiano. Il popolo dei Batak è diviso in vari gruppi, il più antico dei quali è quello dei Toba che vive proprio sull'isola di Samosir. I Sumalungun, i Karo, i Mandailing, gli Angokoba, i Pakpak sono gli altri gruppi. Anticamente erano un popolo famoso per la ferocia e ammettevano il cannibalismo, che spesso praticavano, reputando che mangiare e bere il sangue di un nemico fosse un modo per ringiovanire. Praticata in modo massivo era anche la stregoneria, esercitata da uno stregone (datu), spesso lo stesso capo del villaggio. Ancora oggi i villaggi sono interessanti per le caratteristiche abitazioni su palafitte di legno. La particolare struttura a incastro delle capanne fa sì che il tutto sia costruito senza ricorrere all'ausilio di chiodi. Alzando lo sguardo non si può rimanere indifferenti dalla vista degli strani tetti a forma di sella dove troneggiano sculture lignee al di sopra della paglia. Le facciate, finemente decorate con motivi geometrici multiformi e dai variegati colori ricordano spesso la simbologia religiosa che permea questi luoghi. Gli attuali Batak sono molto cordiali e ancora molto orgogliosi delle tradizioni.Visita delle antiche tombe reali di Tomok, tra cui quella del re Sidabutar che aprì al cristianesimo; il villaggio di Ambarita e i suoi megaliti, tra cui i sedili in pietra, dove la gente si riuniva in assemblea per discutere le questioni del villaggio, e gli altari sacrificali dove venivano giustiziati i rei o immolati i nemici da cannibalizzare; il villaggio di Simanindo, all’estremità settentrionale di Samosir, per assistere alle danze tradizionali (tor-tor) e visitare il piccolo interessante museo Batak, all’interno di una dimora tradizionale dell’epoca, ex residenza reale. Rientro in hotel e pernottamento.Pasti e pernottamento in hotel.
Giorno 9
Da Samosir a Berastagi tra piantagioni, cascate e villaggi tradizionali
Al mattino riprendiamo il traghetto per Parapat e proseguiamo il viaggio costeggiando Danau Toba, immersi in una natura generosa e lussureggiante, tra campi fertili, foreste, frutteti e colture estensive. Ancora verso nord, attraverso l’altopiano, e lungo la strada sosta al villaggio di Pematang Purba per la visita delle antiche residenze dei re Simalungun Batak, oggi trasformate a complesso museale. La dinastia Purba regnò per più di tre secoli sui Simalungun Batak, fino agli ’50 del secolo scorso. Tra le case tribali è notevole la Rumah Bolon, una long-house in teak massiccio, eretta
Al mattino riprendiamo il traghetto per Parapat e proseguiamo il viaggio costeggiando Danau Toba, immersi in una natura generosa e lussureggiante, tra campi fertili, foreste, frutteti e colture estensive. Ancora verso nord, attraverso l’altopiano, e lungo la strada sosta al villaggio di Pematang Purba per la visita delle antiche residenze dei re Simalungun Batak, oggi trasformate a complesso museale. La dinastia Purba regnò per più di tre secoli sui Simalungun Batak, fino agli ’50 del secolo scorso. Tra le case tribali è notevole la Rumah Bolon, una long-house in teak massiccio, eretta su venti pali e dai frontoni riccamente decorati con i colori tradizionali che identificano il mondo spirituale dei Batak (il bianco, il rosso e il nero). Breve sosta alle cascate di Sipiso-Piso, che cadono a strapiombo per 120 metri, e poi ancora, lungo la strada, visita di un colorato mercato della frutta e il bel villaggio di Dokan, abitato dai Karo Batak e costituito ancora prevalentemente da case tradizionali. Al termine della giornata di visite raggiungiamo la piccola cittadina di Berastagi, incorniciata a 1400 metri da colline vulcaniche e sullo sfondo i due vulcani attivi di Sibayak e Sinabung. Sistemazione per la sera in una confortevole struttura. Pranzo in un ristorante locale, cena e pernottamento in hotel.
Giorno 10
Il mini trekking sul vulcano Sibayak e poi a nord verso Bukit Lawang
Presto al mattino partenza per il villaggio di Semangat Gunung, a 15 km da Berastagi e ai piedi del vulcano Sibayak. Qui ha inizio il mini trekking della durata di circa due ore e mezza per raggiungere la vetta, un percorso non particolarmente impegnativo, a volte con gradini ma in alcuni tratti stretto e più accidentato. Coi suoi 2100 metri il Gunung Sibayak è tra i vulcani più accessibili di tutto l’arcipelago ed è impagabile la vista dall’alto del cratere sulle foreste e sulle valli che circondano Berastagi, in una velata atmosfera creata dalle fumarole che emettono perennemente gas
Presto al mattino partenza per il villaggio di Semangat Gunung, a 15 km da Berastagi e ai piedi del vulcano Sibayak. Qui ha inizio il mini trekking della durata di circa due ore e mezza per raggiungere la vetta, un percorso non particolarmente impegnativo, a volte con gradini ma in alcuni tratti stretto e più accidentato. Coi suoi 2100 metri il Gunung Sibayak è tra i vulcani più accessibili di tutto l’arcipelago ed è impagabile la vista dall’alto del cratere sulle foreste e sulle valli che circondano Berastagi, in una velata atmosfera creata dalle fumarole che emettono perennemente gas e vapori. Con un altro sentiero si scende attraverso una fitta vegetazione, facendo sosta a una vasca di acqua termale, canalizzata da una delle tante sorgenti naturali che scorgano dalle pendici del vulcano. Proseguiamo ancora più a nord fino alla località di Bukit Lawang e sistemazione per la notte in un ecolodge, una struttura semplice e non pretenziosa ma tra le migliori della zona, immerso in giardino biologico, con tanto di orto e piante medicinali. Pernottamento in lodge. In camere con ventilatore e servizi privati.Pranzo a picnic, cena e pernottamento in lodge.
Giorno 11
Gli orangutan nel Parco Nazionale di Gunung Leuser
Intera giornata di full immersion nella natura alla ricerca degli incredibili e rari orangutan. Bukit Lawang è nella parte orientale del Parco Nazionale di Gunung Leuser, nel profondo della fitta giungla di Sumatra. Quest’area rappresenta un’enorme ricchezza naturalistica e, assieme ad altri due parchi dell’isola, è stata dichiarata Patrimonio UNESCO nel 2004; oggi però è iscritta nella lista dei patrimoni a rischio per via della deforestazione, del bracconaggio, del disboscamento per palme da olio, per le concessioni minerarie e per la costruzione di nuove strade che frammentano le
Intera giornata di full immersion nella natura alla ricerca degli incredibili e rari orangutan. Bukit Lawang è nella parte orientale del Parco Nazionale di Gunung Leuser, nel profondo della fitta giungla di Sumatra. Quest’area rappresenta un’enorme ricchezza naturalistica e, assieme ad altri due parchi dell’isola, è stata dichiarata Patrimonio UNESCO nel 2004; oggi però è iscritta nella lista dei patrimoni a rischio per via della deforestazione, del bracconaggio, del disboscamento per palme da olio, per le concessioni minerarie e per la costruzione di nuove strade che frammentano le foreste in porzioni sempre più piccole.L’area di foresta tropicale pluviale protetta dai tre parchi di Sumatra ospita circa 10.000 specie di piante, oltre 200 specie di mammiferi e circa 600 specie di uccelli; una biodiversità eccezionale in termini di numeri e unicità, tra le maggiori del pianeta. Ma se molte sono le specie endemiche anche molte sono quelle a rischio di estinzione! Il Parco di Gunung Leuser ospita il più grande e significativo residuo di foresta rimasto a Sumatra e l’animale endemico, eletto a ragion veduta icona del parco, è l’orangutan di Sumatra (Pongo abelii), la più rara tra le tre specie di oranghi esistente al mondo.Assieme alla guida effettueremo un trekking di circa tre ore alla ricerca, con un po’ di fortuna, di questo simpatico primate arboricolo diurno, dal pelo rossiccio, e che, a dispetto dell’aria sorniona, è davvero molto intelligente e condivide con l’essere umano circa il 97% del DNA!! L’orangutan di Sumatra in pochi numeri: circa 14.000 esemplari su tutta l’isola, altezza tra i 130 e i 170 cm, apertura braccia di quasi 2 metri, peso da 50 a 90 kg e vita media di 45-50 anni. Altre maestose specie endemiche abitano queste foreste, quali la tigre e il rinoceronte di Sumatra, ma la possibilità di avvistarle è davvero remota, mentre l’orangutan, anche allo stato selvatico, dimostra sempre una esitante curiosità verso l’uomo. Non da meno le specie esotiche vegetali presenti nel parco, perché la foresta di Sumatra è l’habitat naturale anche di piante e fiori straordinari per bellezza e unicità. Dopo aver camminato nella foresta raggiungiamo il fiume Bohorok e a bordo di grosse camere d’aria (simili a dei canotti) si ridiscende il corso d’acqua, uscendo dal parco in maniera divertente e soprattutto rinfrescante. Chi non volesse potrà raggiungere a piedi il veicolo al punto di raccolta.Nel tardo pomeriggio, con una camminata di circa 20 minuti dall’ecolodge, visitiamo nella foresta la grotta dei pipistrelli. In serata rientro al lodge e pernottamento. N.B. Tener in conto durante il trekking nella giungla di salite e discese in un ambiente estremamente umido e spesso scivoloso. Necessarie calzature adatte e buona stabilità.Pranzo a picnic o al ristorante, cena e pernottamento in lodge.
Giorno 12
Da Bukit Lawang a Medan
Mattinata dedicata all’ultimo mini trekking nella giungla alla fortunata ricerca degli orangutan e altri piacevoli incontri. Rientro al lodge e a metà giornata trasferimento per Medan, ‘capitale’ di Sumatra, costeggiando sterminate piantagioni. Arrivo nel tardo pomeriggio in città e sistemazione in un confortevole hotel in camere con servizi privati. Serata libera a disposizione.Pranzo in lodge, cena libera e pernottamento in hotel.
Giorno 13
Visita di Medan e partenza
Al mattino visita della città, che ancora conserva l’impronta del passato coloniale olandese. Nel 1600 Medan non era altro che un villaggio circondato da paludi, terreno di battaglia tra gli eserciti dei due regni di Aceh e Deli che si contendevano queste pianure. Divenne il centro più importante dell’isola tra la fine dell’800 e i primi del ‘900, grazie ai commerci delle grandi piantagioni olandesi e alla introduzione della coltivazione del tabacco. Oggi è la terza città dell’Indonesia e vanta una popolazione multietnica di oltre due milioni di abitanti di varie nazionalità:
Al mattino visita della città, che ancora conserva l’impronta del passato coloniale olandese. Nel 1600 Medan non era altro che un villaggio circondato da paludi, terreno di battaglia tra gli eserciti dei due regni di Aceh e Deli che si contendevano queste pianure. Divenne il centro più importante dell’isola tra la fine dell’800 e i primi del ‘900, grazie ai commerci delle grandi piantagioni olandesi e alla introduzione della coltivazione del tabacco. Oggi è la terza città dell’Indonesia e vanta una popolazione multietnica di oltre due milioni di abitanti di varie nazionalità: cinesi, indiani, asiatici, europei e australiani. Girovagando per le strade, lungo i quartieri del centro storico, si possono ancora ammirare edifici in stile olandese che evocano il periodo coloniale. Visita dell’Istana Maimoon, il maestoso palazzo reale fatto costruire dal sultano di Deli nel 1888 e ancora in parte abitato dai discendenti, dove ammirare la sfarzosa sala del trono e molteplici stili architettonici. Infine visita della Mesjd Raya, la Grande Moschea costruita ai primi del ‘900, con la sua tipica cupola nera e ricca di marmi italiani. Rientro in hotel e rilascio delle camere entro le 13h00. Tempo libero a disposizione e nel pomeriggio trasferimento in aeroporto e imbarco sui voli notturni di rientro per l’Italia, operati da Singapore Airlines via Singapore. Pasti liberi, pernottamento a bordo.
Giorno 14
Arrivo in Italia
Arrivo a Milano Malpensa al mattino presto.