Giorno 1
Italia - Niamey
Partenza dall’Italia con volo di linea. L’arrivo a Niamey, capitale del Paese, è previsto in tarda serata. Incontro con il nostro assistente locale e trasferimento in hotel. Pernottamento.
Giorno 2
Niamey - Agadez
Volo interno per Agadez. La città di Agadez, capitale dell’Aïr conosciuta come “la porta del deserto”, fondata nel 14° secolo, divenne poi un sultanato, organizzato in una struttura sociale piramidale molto rigida e regolata rigorosamente da norme religiose. Ancora oggi il Sultano dirige le varie controversie sottoposte al suo ordine. Le tribù Tuareg furono sedentarizzate nella città, che divenne il loro centro più importante nonché crocevia del centro carovaniero e punto d’incontro tra le genti nomadi sahariane. Il centro cittadino, Patrimonio Unesco, ha mantenuto inalterato il
Volo interno per Agadez. La città di Agadez, capitale dell’Aïr conosciuta come “la porta del deserto”, fondata nel 14° secolo, divenne poi un sultanato, organizzato in una struttura sociale piramidale molto rigida e regolata rigorosamente da norme religiose. Ancora oggi il Sultano dirige le varie controversie sottoposte al suo ordine. Le tribù Tuareg furono sedentarizzate nella città, che divenne il loro centro più importante nonché crocevia del centro carovaniero e punto d’incontro tra le genti nomadi sahariane. Il centro cittadino, Patrimonio Unesco, ha mantenuto inalterato il suo fascino, con vari edifici interamente costruiti in mattoni di fango, tra cui l’imponente Palais du Sultan e la Grande Mosquée che svetta alta sopra la città vecchia, fondata dal Sultano Yunus nel XV° secolo, con il suo mitico minareto piramidale del 1515, l’elemento più esaltante, le cui pareti sono in perfetto stile ”sudanese-saheliano”: alto 27 metri, imperfetto nelle linee e nella forma, è il vero monumento di Agadez ed il punto di riferimento per la città e per tutto il Sahara dei tuareg. Nella città vecchia le case sono tutte costruite in banco, impasto di argilla, sterco e paglia, con facciate talora decorate con motivi geometrici, talora dipinte. Negli anni ’80 Agadez era un centro per turisti e visitatori da tutto il mondo: erano gli anni della Parigi-Dakar e Bernardo Bertolucci la scelse per girare alcune scene del film “il Tè nel Deserto”. Il suo fascino è rimasto inalterato nel tempo e girare per il mercato immersi negli odori di spezie e profumi o nelle strette viuzze riporta indietro nel tempo. Pranzo e cena liberi, pernottamento all’hotel Etoile du Teneré o similare.
Giorno 3 - 4
Il Massiccio dell'Aïr
In mattinata partenza verso nord con le vetture fuoristrada lunga la pista che si snoda nel Massiccio dell’Aïr, dove sono frequenti gli incontri con i Tuareg. Visita alla cascata di Aguelman, che ha scavato e modellato le scure pareti di roccia creando morbide curve come in un’opera d’arte. Proseguiamo verso Timia, oasi verde e fresca abitata da circa 7000 Tuareg della tribù Kel wey posta in una bellissima valle nel cuore dell’Aïr. La presenza di catene montuose e di una falda ricca d’acqua a poca profondità hanno creato un ambiente favorevole al giardinaggio: caratteristici
In mattinata partenza verso nord con le vetture fuoristrada lunga la pista che si snoda nel Massiccio dell’Aïr, dove sono frequenti gli incontri con i Tuareg. Visita alla cascata di Aguelman, che ha scavato e modellato le scure pareti di roccia creando morbide curve come in un’opera d’arte. Proseguiamo verso Timia, oasi verde e fresca abitata da circa 7000 Tuareg della tribù Kel wey posta in una bellissima valle nel cuore dell’Aïr. La presenza di catene montuose e di una falda ricca d’acqua a poca profondità hanno creato un ambiente favorevole al giardinaggio: caratteristici sono i rigogliosi orti, giardini e frutteti (un tripudio di melograni, pompelmi, uva, arance) che irrigati permanentemente producono verdure, frutta e cereali venduti nei mercati. Sono circa 300 le famiglie che hanno un giardino di proprietà, e poi ci sono i proprietari delle palme da dattero nella palmerie, che a settembre, dopo la stagione delle piogge, raccolgono i loro frutti per farli seccare e vendere ad Agadez in cambio di tessuti e altri beni, oppure si recano a Bilma per cambiarli con il natron, il sale per gli animali. La popolazione è dedita a tre mestieri: giardiniere, cammelliere o allevatore (capre, buoi e cammelli). I bambini sono numerosissimi e sbucano incuriositi e intimoriti da ogni dove, alla scuola apprendono il francese dagli insegnati Haussa, i pochi che qui si sono fermati. Visita alle rovine di Assodey, antica Capitale dell’Air. Pranzi a pic-nic lungo il percorso. Cene e sistemazioni al campo.
Giorno 5 - 6
la valle dello Zagado e il cratere dell'Arakao
In mattinata partenza con i nostri fuoristrada lungo una pista che si inoltra nel Massiccio dell’Aïr. Proseguendo nel nostro viaggio i paesaggi cambiano, i profili si addolciscono e le sagome delle dune di sabbia appaiono all’orizzonte: la valle dello Zagado, un tempo famosa per la presenza degli ultimi struzzi esistenti nel Massiccio dell’Aïr, ci permette di affacciarci al deserto del Ténéré. Raggiungiamo il cratere di Arakao. Arakao in lingua tuareg " Tchin Taburak ", è la chela del granchio, un anfiteatro di roccia che racchiude come in uno stretto abbraccio (la chela) le
In mattinata partenza con i nostri fuoristrada lungo una pista che si inoltra nel Massiccio dell’Aïr. Proseguendo nel nostro viaggio i paesaggi cambiano, i profili si addolciscono e le sagome delle dune di sabbia appaiono all’orizzonte: la valle dello Zagado, un tempo famosa per la presenza degli ultimi struzzi esistenti nel Massiccio dell’Aïr, ci permette di affacciarci al deserto del Ténéré. Raggiungiamo il cratere di Arakao. Arakao in lingua tuareg " Tchin Taburak ", è la chela del granchio, un anfiteatro di roccia che racchiude come in uno stretto abbraccio (la chela) le grandi dune che sembrano toccare il cielo. Nei dintorni, con una breve passeggiata nel wadi circostante, si può raggiungere un sito con incisioni rupestri. Pranzi a pic-nic lungo il percorso. Cene e sistemazioni al campo.
Giorno 7 - 10
il deserto del Ténéré
L’Adrar Madet, una montagna rocciosa nel bel mezzo del deserto del Ténéré, è sempre stata un’importante riferimento per le carovane del sale provenienti dal Massiccio dell’Aïr. Ténéré, in lingua tuareg, è ciò che non esiste.... E' l'ultima propaggine dell'immenso Sahara, più di 800 km di sabbia, ora piatto ora frastagliato, con dune e spazi che sembrano non avere mai fine, dove inevitabilmente si perde la percezione dello spazio vitale. Proseguiamo verso nord, nel deserto, per seguire la falesia di Dissalak, intagliata dall'erosione, con un sorprendente spettacolo
L’Adrar Madet, una montagna rocciosa nel bel mezzo del deserto del Ténéré, è sempre stata un’importante riferimento per le carovane del sale provenienti dal Massiccio dell’Aïr. Ténéré, in lingua tuareg, è ciò che non esiste.... E' l'ultima propaggine dell'immenso Sahara, più di 800 km di sabbia, ora piatto ora frastagliato, con dune e spazi che sembrano non avere mai fine, dove inevitabilmente si perde la percezione dello spazio vitale. Proseguiamo verso nord, nel deserto, per seguire la falesia di Dissalak, intagliata dall'erosione, con un sorprendente spettacolo offerto da forme sconosciute, con l’apparizione di rocce a forma di testa di aquila, di personaggi, di figure scolpite dai venti nella roccia. È a partire da questa falesia che comincia la traversata del vero Ténéré, il Tafassâsset, un deserto piatto, senza fine e di una purezza totale. Nulla qui arresta lo sguardo, nessun rilievo, nessuna traccia di vita. Tutto è immobile, silenzioso, e nella immensità di questa distesa senza fine ci si sente diventare molto piccoli, si è di fronte all'infinitamente grande, di fronte al mondo. Lungo tutta la falesia del Kaouar si succedono le oasi, così da formare una corona le cui perle sono i piccoli palmizi: Aney, Seguedine, Chirfa. Le città fortificate di Djado e Djaba custodiscono tra le loro rovine il mistero della loro origine. A Orida lo scenario fiabesco è creato dai picchi erosi dalle tempeste di sabbia. Pranzi a pic-nic lungo il percorso. Cene e sistemazioni al campo.
Giorno 11
Bilma, Fachi e le carovane del sale
Arrivo a Bilma, antichissima oasi conosciuta per le sue saline, piccoli crateri scavati nella terra, ciascuno con dei colori insolitamente vivaci che variano dal rosso porpora al giallo ocra: qui il sale si cristallizza alla superficie. Le saline sono di proprietà delle famiglie che abitano a Bilma e che ogni giorno, nel periodo tra novembre e dicembre, si recano nel loro appezzamento per estrarre il sale e per prepararlo alla vendita, anche stoccandolo per le carovane che partiranno nei mesi successivi. Il sale estratto è sminuzzato e trasformato in piccoli pani o in forme conoidali (con
Arrivo a Bilma, antichissima oasi conosciuta per le sue saline, piccoli crateri scavati nella terra, ciascuno con dei colori insolitamente vivaci che variano dal rosso porpora al giallo ocra: qui il sale si cristallizza alla superficie. Le saline sono di proprietà delle famiglie che abitano a Bilma e che ogni giorno, nel periodo tra novembre e dicembre, si recano nel loro appezzamento per estrarre il sale e per prepararlo alla vendita, anche stoccandolo per le carovane che partiranno nei mesi successivi. Il sale estratto è sminuzzato e trasformato in piccoli pani o in forme conoidali (con tanto di “marchio” del produttore) e viene venduto o barattato alle carovane; in piccolissima parte viene prodotto anche il sale bianco, per uso alimentare umano. Ad uno ad uno i cammelli vengono fatti accucciare in modo che non possano muoversi mentre il prezioso carico viene legato alla loro imbragatura..dopo aver emesso versi non troppo gradevoli che ora assomigliano a un muggito ora a un grido rauco, si rialzano e obbediscono agli incitamenti del loro proprietario. Percorriamo un’altra parte dell’Erg di Bilma in direzione di Fachi con possibilità di incontrare altre carovane del sale. Circondata da palme e grandi acacie, l’oasi di Fachi è caratterizzata dalla tipica struttura nello stile dello ksar berbero; le mura che la contornano racchiudono case in terra cruda addossate le une alle altre in un intricato dedalo di vicoletti. Il forte oramai abbandonato veniva usato come rifugio: all’interno il pozzo ed i granai giganti permettevano alla popolazione che lì si rifugiava di resistere agli attacchi per svariato tempo. La parte antica della città è disabitata, con l’eccezione di una o due famiglie, ma i resti delle case a due piani con i loro muri spessi che creavano ombra e frescura ed i tetti fatti con il tronco della palma nonché le “panche” in argilla dove si sedevano i passanti, fanno immaginare un delizioso villaggio dove la vita scorreva serena. Escursione alle saline situate nelle vicinanze. Pranzi a pic-nic lungo il percorso. Cene e sistemazioni al campo.
Giorno 12 - 13
Resti fossili e arte rupestre prima del rientro ad Agadez
L’arbre du Ténéré è un crocevia di piste carovaniere segnalato da un alto traliccio in ferro con diramazioni laterali eretto in sostituzione della leggendaria acacia centenaria il cui tronco è oggi esposto al museo di Niamey. Lungo le piste numerosi sono i paleosuoli dove è possibile trovare freccette, asce, pestelli, macine e altri oggetti litici, testimonianza di civiltà vissute in Niger migliaia di anni or sono. La falesia di Tiguidit è una formazione sedimentaria che risale al Cretaceo inferiore e presenta una base argillosa ricoperta da arenarie più compatte. In questo
L’arbre du Ténéré è un crocevia di piste carovaniere segnalato da un alto traliccio in ferro con diramazioni laterali eretto in sostituzione della leggendaria acacia centenaria il cui tronco è oggi esposto al museo di Niamey. Lungo le piste numerosi sono i paleosuoli dove è possibile trovare freccette, asce, pestelli, macine e altri oggetti litici, testimonianza di civiltà vissute in Niger migliaia di anni or sono. La falesia di Tiguidit è una formazione sedimentaria che risale al Cretaceo inferiore e presenta una base argillosa ricoperta da arenarie più compatte. In questo paesaggio suggestivo l’uomo ha lasciato graffiti e monumenti enigmatici. Gruppi di giraffe, buoi con le corna a lira, struzzi, figure umane stilizzate e segni simbolici appaiono incisi con tecniche diverse sulle pareti. Ai piedi della falesia sorgono alcuni monumenti preistorici circolari la cui funzione rimane sconosciuta. La spedizione continua su Marandet, uno dei cimiteri di dinosauri più famosi al mondo, per ammirarne i resti che il vento scopre e ricopre di sabbia e per discutere e fantasticare su una delle più importanti estinzioni di massa, avvenuta tra la fine del Cretaceo e l’inizio del Terziario, circa 65 milioni di anni fa… colpa di un immenso meteorite o di straordinarie eruzioni vulcaniche?Rientro ad Agadez e, tempo permettendo, visita al mercato, movimentato e ricco di oggetti artigianali, dove si possono trovare le famose “croci di Agadez”, gioielli cesellati in argento di forme diverse a seconda dell’oasi di provenienza, assistendo alla fine del lavoro degli artigiani Tuareg. Sistemazione in hotel ad Agadez. Pranzo e cena liberi.
Giorno 14
Agadez - Niamey
Trasferimento in volo da Agadez a Niamey. Arrivo all'aeroporto di Niamey e trasferimento in pulmino in hotel. A seconda dell’orario di arrivo del volo inizio della visita della città. Pranzo e cena liberi.
Giorno 15
Niamey
Giornata dedicata alla visita della città, capitale ma anche prima città del Paese per dimensioni e importanza culturale ed economica. La città sorge sul fiume Niger, ma per via della sua posizione, lontana dalle più importanti piste commerciali, fu ignorata dai grandi esploratori, che pur si fermarono ad esplorare altre zone del paese. Inizialmente scelta come capoluogo amministrativo dalla Francia nel 1903 per la sua vicinanza con il fiume Niger ed il grande mercato che si trovava nelle prossimità, rimase in secondo piano rispetto alla più centrale Zinder dal 1911 al 1926, quando
Giornata dedicata alla visita della città, capitale ma anche prima città del Paese per dimensioni e importanza culturale ed economica. La città sorge sul fiume Niger, ma per via della sua posizione, lontana dalle più importanti piste commerciali, fu ignorata dai grandi esploratori, che pur si fermarono ad esplorare altre zone del paese. Inizialmente scelta come capoluogo amministrativo dalla Francia nel 1903 per la sua vicinanza con il fiume Niger ed il grande mercato che si trovava nelle prossimità, rimase in secondo piano rispetto alla più centrale Zinder dal 1911 al 1926, quando divenne definitivamente la capitale. Ha conosciuto il suo sviluppo negli anni ’40 ed è oggi capitale popolosa e multietnica con una parte amministrativa e residenziale separata dal centro città dedicato al commercio.Tempo a disposizione, camera in day use e trasferimento in aeroporto per il volo di rientro in Italia.
Giorno 16
Italia
Arrivo in Italia. Viaggio in regioni poco battute, occorre preventivare eventuali ritardi o variazioni di itinerario.